Scultura realizzata da un carcerato di Bollate Scultura realizzata da un carcerato di Bollate 

Non un cancro ma una febbre da curare

Al carcere di Bollate la presentazione del libro di Salvatore Torre pubblicato dalla LEV

Città del Vaticano

“L’essenziale è invisibile agli occhi”: con questa citazione di Antoine de St. Exupery ha iniziato, ieri, la presentazione del libro di Salvatore Torre Atonement (LEV 2019) al carcere di Bollate fra Giulio Cesareo direttore della LEV. Curato da Antonella Bolelli Ferrera con Salvatore Torre, il libro è la rielaborazione di 500 racconti di detenuti raccolti in questi anni dalle varie case di reclusione d’Italia in occasione del premio Goliarda Sapienza.

La narrazione e la sofferenza 

“Dopo aver letto e riletto queste storie – ha detto Torre - ho capito che il tema unificante era la sofferenza, il disagio, le cicatrici che ho ritrovato nel mio cuore e che ho attraversato con l’arte del narrare, facendo diventare questo lavoro una vera e propria terapia su di me. Attraverso i racconti degli altri - ha proseguito - ho ripercorso i passaggi fondamentali e purtroppo negativi della mia vita. Sono riuscito a far venire a presenza quei tratti di una intimità da sempre celata e questo è potuto avvenire grazie a una consapevolezza frutto del sapere e della frequentazione con persone per me significative”.

La crescita letteraria 

Nella sala gremita di detenuti, educatori e volontari, Antonella Bolelli Ferrera ha ricordato i momenti salienti della loro conoscenza: “Conosco Salvatore da più di 10 anni - ha detto - quando cominciò a partecipare al premio Goliarda Sapienza raggiungendo da subito il secondo posto. Negli anni ho potuto prendere atto della sua crescita letteraria – Salvatore oggi è uno scrittore a tutti gli effetti – ma soprattutto del suo cammino personale. Salvatore Torre è cresciuto ed è divenuto un uomo consapevole del suo percorso accidentato ed oggi sta raccogliendo i frutti di questa volontà che lo ha aiutato a giungere fin qui. Proposi a lui e non ad altri di creare il filo rosso dei racconti contenuto nel libro perché lo ritengo, fra tutti gli autori che ho conosciuto in carcere, il più maturo e dotato di uno stile personale, riconoscibile e accattivante. Credo che il prossimo suo passo potrà essere un romanzo, ne ha tutte le capacità”.

La comunità dei lettori

A concludere l’incontro monsignor Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze che ha firmato l’introduzione al libro, il quale ha ricordato il filosofo francese Paul Ricoeur “Il testo, rimasto orfano di suo padre, l’autore, diventa il figlio adottivo della comunità dei lettori”. “A tutti - ha concluso - auguro di divenire quella comunità di “amici” capaci di adottare questo testo e di farlo rivivere attraverso le personali letture”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

13 febbraio 2020, 10:03