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Cappellani delle carceri: “No al virus dell’isolamento"

Nel messaggio per la Quaresima dell’Ispettore dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, inviato a diaconi, religiosi e volontari tutto il rischio che l'emergenza sanitaria sta comportanso nell'ambito della detenzione

Roberta Barbi - Città del Vaticano

In seguito all’emergenza da Coronavirus, in molte carceri italiane è stato interdetto l’ingresso dei volontari, incontri e celebrazioni eucaristiche sono state annullate e perfino ridotti i colloqui con i familiari. In considerazione di questo e all’inizio del cammino quaresimale, l’Ispettore dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, ha inviato un messaggio a tutti i cappellani d’Italia, ai diaconi, ai religiosi e ai volontari sul rischio che una realtà come quella carceraria, già ai margini della società, con l’emergenza sanitaria venga ancora più isolata.

Evitare la solitudine e l'isolamento

“Tutte queste privazioni colpiscono una realtà già emarginata come quella del carcere – ha scritto –e che avrà come effetto la solitudine assoluta”. E in particolare ai cappellani, tra i pochi a essere autorizzati a entrare negli istituti penitenziari assieme alle figure professionali strettamente necessarie, offre l’antidoto all’isolamento: “Curare con l’amore il dolore di chi si sente solo, scartato, emarginato”.

“Mi colpiscono alcune parole che incoraggiano il nostro ministero nelle carceri – ha scritto citando l’omelia di Papa Francesco in occasione della liturgia delle Sacre Ceneri – proprio perché siamo ‘la polvere amata da Dio’, sento di offrire questo messaggio ai nostri fratelli e sorelle reclusi, perché dalla loro sofferenza noi possiamo incoraggiarli alla speranza e alla Misericordia della riparazione”.

La situazione in Italia

L’Ispettore dei Cappellani riflette anche sull’attuale situazione italiana: “Anche noi come popolo accogliente, stiamo sperimentando il rifiuto di essere accolti, sperimentando l’emarginazione e la segregazione; il virus della paura e della diffidenza hanno preso il sopravvento sulla speranza – ha aggiunto – mentre in questi giorni rileggevo alcuni episodi della vita di Gesù in cui toglieva dall’isolamento quanti lo erano a causa della malattia: il Signore con la sua azione vince la paura con l’amore, toccando e guarendo le loro ferite”.  

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28 febbraio 2020, 13:10