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Burkina Faso, attacco a una chiesa protestante

Sono almeno 24 le persone uccise, tra cui il pastore di una chiesa protestante, 18 i feriti nell’attacco di ieri in un villaggio nel nord del Burkina Faso. La nostra intervista all’arcivescovo di Ouagadougou

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Ancora un attacco in Burkina Faso. Ad essere colpito, ieri, è stato il villaggio di Pansi, nella provincia nordorientale di Yagha. Il bilancio, ancora provvisorio, secondo quanto dichiarato dal governatore della regione del Sahel, il colonnello Salfo Kaboré, parla di 24 persone uccise, tra cui il pastore della locale chiesa protestante, 18 feriti e altre persone rapite. Il governatore ha raccontato che il commando, che ha fatto irruzione in chiesa durante la funzione domenicale, ha identificato e separato i residenti locali da quelli che non lo erano, prima di ucciderli.

La regione era già stata colpita

Un episodio simile è accaduto la scorsa settimana nella vicina città di Sebba, capitale della provincia, dove un gruppo armato ha sequestrato un pastore protestante e altre sei persone. I corpi senza vita di cinque di loro, compreso il pastore, sono stati ritrovati tre giorni più tardi. Gli attacchi, attribuiti a gruppi jihadisti, contro i cristiani in Burkina Faso si sono recentemente moltiplicati. Chiese e cristiani non sono però gli unici obiettivi di questi gruppi armati. Nelle aggressioni ai villaggi, che nel nord del Paese africano si registrano ormai da quattro anni, sono stati assassinati anche degli imam. Dal 2015, sarebbero 700 le vittime e 600mila sfollati interni.
Burkina Faso, Niger e Mali sono i tre Paesi dell’Africa dell’Ovest sottoposti alle violenze di questi gruppi armati che, stima l’Organizzazione delle Nazioni Unite, hanno provocato la morte di 4mila persone nel solo 2019.

L’arcivescovo di Ouagadougou: fermare il mercato delle armi

“In Burkina Faso, Mali e Niger è la stessa tragedia - afferma ai nostri microfoni il cardinale Philippe Ouèdraogo, arcivescovo di Ouagadougou e presidente del simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar - è una sofferenza incredibile”. Il porporato, riferendosi al problema delle armi con cui questi gruppi compiono gli attacchi pone la questione: “Da dove vengono queste armi? Come arrivano? In Burkina, Niger e Mali non ci sono negozi di armi. Abbiamo bisogno della solidarietà internazionale per fermare il mercato delle armi che aiuta tanta gente a uccidere i loro fratelli inutilmente”.

Ascolta l’intervista al cardinale Philippe Ouèdraogo

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17 febbraio 2020, 13:35