Bambini siriani Bambini siriani  

415 milioni di bambini vivono in zone di guerra. Violenze in aumento

Save the Children presenta un nuovo rapporto sulle violazioni dell’infanzia nelle aree di conflitto. Bambini esposti a violenze e sfruttamento in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia. 12 milioni le ragazze costrette a sposarsi prima della maggiore età

Marco Guerra – Città del Vaticano

Uccisi o mutilati, reclutati e obbligati a combattere, rapiti, abusati sessualmente o costretti a matrimoni precoci. È la sorte a cui vanno incontro ogni anno decine di migliaia di bambini che vivono in zone di conflitto. Violenze che sono fotografate da Save the Children nel nuovo rapporto, diffuso oggi, dal titolo “Stop alla guerra sui bambini”.  Lo studio rileva che dal 2010 le gravi violazioni che hanno colpito i bambini sono aumentate del 170%, con 415 milioni di minori in tutto il mondo – uno su cinque – che vivono in aree colpite da conflitti, tra questi 149 milioni sono in zone di guerra ad alta intensità di violenze.

I Paesi più a rischio

Il maggior numero di bambini che vive in zone di conflitto è in Africa (170 milioni), mentre in Medio Oriente si registra la densità più alta (un bambino su tre). Afghanistan, Iraq, Mali, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo (Drc), Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen restano i dieci Paesi in cui si sono verificate il maggior numero di violazioni gravi sui bambini. Il conflitto sta inoltre peggiorando per i bambini che vivono in Afghanistan, Somalia e Nigeria, che rispettivamente hanno il maggior numero di uccisioni e mutilazioni, violenze sessuali, reclutamento e uso di bambini da parte di forze armate o gruppi armati.

12mila bambini uccisi solo nel 2018

Almeno 12.125 bambini sono stati uccisi o feriti dalla violenza legata ai conflitti nel solo 2018, un aumento del 13% rispetto al totale riportato l'anno precedente, con l'Afghanistan che risulta il Paese più pericoloso. Anche il numero di attacchi segnalati a scuole e ospedali è salito a 1.892, con un aumento del 32% rispetto all'anno precedente. Tra il 2005 e la fine del 2018, risultano 20.000 casi verificati di violenza sessuale contro i minori. Si ritiene che questo numero sia solo la punta dell'iceberg in quanto la violenza sessuale è enormemente sottostimata a causa delle barriere sociali e dello stigma ad esso associato nonostante venga spesso utilizzata come tattica di guerra.

Bambine più esposte a violenze sessuali

Il rapporto è stato lanciato in vista della Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco, che inizia ufficialmente domani, dove i leader mondiali si riuniranno per discutere questioni di sicurezza internazionale. Particolare attenzione è stata rivolta a come le gravi violazioni contro i bambini in conflitto abbiano un impatto diverso su ragazzi e ragazze. I bambini maschi hanno infatti più probabilità di essere esposti a uccisioni e mutilazioni, rapimenti e reclutamento, mentre le ragazze corrono un rischio molto più elevato di violenza sessuale e di altro genere, incluso il matrimonio precoce e forzato.

12 milioni di matrimoni forzati

Di tutti i casi accertati di omicidi e mutilazioni, il 44% erano ragazzi, il 17% erano ragazze. L’organizzazione umanitaria osserva che la maggiore libertà dei maschi li rende potenzialmente più a rischio di venire uccisi o mutilati a causa di ordigni inesplosi o di cecchini che li reputano un pericolo. Al contrario le ragazze – si legge ancora nel rapporto - sono più esposte a violenze sessuali, sfruttamento e matrimoni precoci o forzati.  Non è un caso infatti che l'87% di tutti i casi accertati di violenza sessuale riguardava ragazze, mentre l'1,5% erano ragazzi. Nell'11% dei casi, il genere non è stato registrato. Si stima che ogni anno 12 milioni di ragazze siano obbligate a sposarsi prima della maggiore età. Degli oltre 2.500 bambini rapiti, invece, l'80% erano ragazzi, che quasi sempre vengono poi obbligati ad entrare a far parte dei gruppi armati.

Per un commento sui trend che emergono nel rapporto, Vatican News ha intervistato Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia:

Ascolta l'intervista a Filippo Ungaro

R. - Queste gravi violazioni sono cresciute del 170% dal 2010 a oggi, quindi sono in fortissimo aumento.  In termini numerici l'Africa la fa padrona con 170 Milioni di bambini che vivono in aree in conflitto.

Quali trend emergono da questo rapporto?

R. I bambini sono sempre più vulnerabili, sempre più colpiti da conflitti e dalle guerre. Quando si parla di violazioni parliamo di uccisioni e mutilazioni, parliamo di reclutamento come bambini soldato, parliamo rapimenti di bambini, ma parliamo anche di attacchi a scuole e ospedali e anche della negazione dell'accesso agli aiuti umanitari. Mettiamo l’accento anche sulle violenze sessuali. Noi vediamo un costante aumento di questi episodi, un costante aggravarsi della situazione anche in Paesi considerati ormai non in guerra, come per esempio l’Afghanistan dove si registrano il maggior numero di uccisioni e mutilazioni dei bambini.

Un'attenzione particolare viene dedicata alle condizioni delle ragazze, l'incidenza delle violenze differisce in base al sesso del minore?

R. Diciamo che la guerra non fa assolutamente sconti nemmeno alle bambine, tuttavia le bambine e bambini possono essere colpiti in maniera differente. I bambini tendenzialmente sono più esposti ai bombardamenti, alle uccisioni. Mentre le bambine in alcuni Paesi possono vivere in luoghi un pochino più chiusi, più protetti all'interno della famiglia, è sono per questo più esposte ad altri tipi di violenze come rapimento e stupro che molti casi vengono utilizzati come arma di guerra. In Myanmar ad esempio abbiamo visto moltissimo l'utilizzo dello stupro come arma di guerra purtroppo. In Nigeria Boko Haram ha rapito costantemente le bambine, ha prodotto violenza sessuale su di esse per evitare che queste potessero avere una vita tra virgolette più libera che potessero andare a scuola.

Poi c'è una Ffcus particolare sulla Siria dove la guerra si protrae ormai da molti anni, può parlarcene?

R. Si purtroppo siamo di fronte a una catastrofe umanitaria di enormi proporzioni in questi giorni concentrata soprattutto nel nord-ovest del Paese dove la tregua non ha retto. I bambini sono estremamente colpiti anche per l'aggravarsi della situazione meteorologica. Il freddo e la neve stanno colpendo in maniera molto forte la popolazione civile e abbiamo notizie dal campo di bambini stremati affamati che non hanno più niente da mangiare e che non sanno dove ripararsi dai pericoli dei combattimenti.

Domani inizierà la conferenza di Monaco dove i leader mondiali si riuniranno per discutere questioni di sicurezza internazionale. Quali sono le misure che chiedete alla comunità internazionale?

R. Noi chiediamo tante cose, chiediamo che si metta fine alla guerra per procura, chiediamo che si metta fine alla folle corsa all'incremento del commercio delle armi, chiediamo che i bambini vengano adeguatamente protetti anche nelle situazioni di conflitto, che venga rispettato il diritto internazionale e che chi commette questi crimini, queste violazioni gravi nei confronti dei bambini venga assicurato alla giustizia. Chiediamo inoltre appunto che ci sia una particolare attenzione nei confronti delle bambine con fondi specifici dedicati a loro, soprattutto per quelle che hanno subito delle violenze sessuali e il cui recupero è veramente molto complicato, molto difficile.

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13 febbraio 2020, 13:26