La Coldiretti a San Pietro La Coldiretti a San Pietro

La Coldiretti a San Pietro per la festa di Sant'Antonio Abate

Le campagne e gli allevamenti sono un tesoro da custodire per garantire la biodiversità e il rispetto del Creato. Allestita una piccola fattoria, alla fine di via della Conciliazione, per ricordare il patrono degli aninali

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Centinaia di allevatori oggi sono arrivati a San Pietro per festeggiare Sant’Antonio Abate, il patrono degli animali. Alle ore 10.30, la Messa all’interno della Basilica, presso l’Altare della Cattedra, officiata dal cardinale Angelo Comastri. Al termine del celebrazione eucaristica, la benedizione ad uomini ed animali radunati, a poco distanza, in Piazza Pio XII. L'evento, dedicato quest'anno in particolare al tema del valore della famiglia contadina e al rispetto per il Creato, è terminato con la Fanfara del Reggimento Lancieri di Montebello e le rappresentanze dei Reparti a Cavallo delle Forze Armate. Presenti le organizzazioni Coldiretti e Associazione Italiana Allevatori. 

La fattoria di Coldiretti e Aia davanti al Colonnato

Custodire la campagna per garantire la biodiversità

Anche all’inizio del secondo decennio degli anni Duemila, il 17 gennaio rappresenta una data da non dimenticare per gli allevatori italiani. Le campagne, gli allevamenti sono un tesoro da custodire per garantire la biodiversità e il rispetto del Creato. Intanto però stalle, ricoveri e ovili si sono svuotati. La Fattoria Italia negli ultimi dieci anni  – sottolinea la Coldiretti – ha perso solo tra gli animali più grandi, circa un milione di pecore e agnelli, oltre a quasi 800mila maiali e 200mila bovini e bufale. Una perdita che – precisa la Coldiretti – ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori.

La Coldiretti: un grosso danno la chiusura delle stalle

Gli allevatori spiegano che gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico. A rischio infatti c’è anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni” dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Sempre più giovani tornano nelle campagne

Ma la campagna è anche fonte di lavoro. In Italia è in atto uno storico ritorno alla terra con oltre 56 mila giovani under 35 alla guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario con uno straordinario aumento del +12% negli ultimi cinque anni. Eppure il settore, in tutta Europa, è in difficoltà. Nell’ultima settimana di novembre in diverse parti d’Europa ci sono state manifestazione di agricoltori, che hanno protestato contro i prezzi bassi dei prodotti alimentari, contro le restrizioni all’utilizzo di pesticidi chimici e contro gli accordi commerciali siglati dall’Unione Europea.

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17 gennaio 2020, 12:17