Cerca

Partecipanti al Vertice Nato di Londra Partecipanti al Vertice Nato di Londra 

A Londra la Nato ad una svolta a 70 anni dalla fondazione

Confronto tra i Paesi occidentali al Vertice Nato di Londra a 70 anni dalla fondazione dell'Alleanza Atlantica. Gli Usa chiedono un maggiore impegno economico dei partner. Da parte francese forti critiche all'organizzazione. Intervista al prof. Raffaele Marchetti

Giancarlo La Vella - Città del Vaticano

A 70 anni dalla fondazione della Nato, il vertice in corso a Londra è più un acceso confronto tra i Paesi partner, che un momento di celebrazione dell'Alleanza Atlantica. Il trattato istitutivo del Patto Atlantico fu firmato a Washington il 4 aprile 1949, ovvero nell'immediato dopoguerra e servi ai Paesi occidentali, per tutto il periodo della guerra fredda, a fare da contraltare al Patto di Varsavia, che annoverava l'Unione Sovietica e gli Stati satellite del colosso comunista. Attualmente fanno parte della Nato 29 Nazioni e l'organizzazione ha sede a Bruxelles. La Nato riuscì nei decenni scorsi a garantire un equilibrio soprattutto con la corsa alle armi atomiche, in cui si confrontarono Usa e Urss. Oggi l’Alleanza Atlantica è alla ricerca di una nuova definizione dei rapporti tra i Paesi partecipanti.

Sulla Nato del futuro confronto aperto

E’ noto che gli Stati Uniti da tempo stiano facendo pressione sui Paesi aderenti, affinché l’impegno economico sia meglio distribuito e non gravi soprattutto su Washington. Proprio al vertice di Londra Donald Trump ha preso di petto in particolare Francia, Germania e Canada. E la questione si mescola con i rapporti commerciali. In capo della Casa Bianca ha minacciato non meglio specificate ritorsioni commerciali in particolare nei confronti della Germania, se Berlino non aumenterà le sue spese militari. Il presidente Usa, parlando prima dell'incontro bilaterale con la cancelliera, Angela Merkel, ha detto di aspettarsi dalla Germania un incremento delle spese per difesa.

Il ruolo della Nato nel XXI secolo

E’ chiaro che la Nato oggi deve ridisegnare i suoi obiettivi. Secondo Raffaele Marchetti, docente di Relazioni Internazionali alla Luiss, un tempo i rischi da fronteggiare venivano dall’est, ovvero il blocco comunista, ora l’emergenza viene dal sud dei confini europei, laddove è nato anche il terrorismo fondamentalista. Ma i rischi per la sicurezza vengono anche dal mondo cyber e, in questo caso, assumono una dimensione globale alla quale far fronte diventa sempre più difficile.

Ascolta l'intervista a Raffaele Marchetti

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

04 dicembre 2019, 13:49