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Il SYL Hotel di Mogadiscio Il SYL Hotel di Mogadiscio

Somalia, al Shabaab rivendica l’attentato di Mogadiscio

I terroristi islamici sono tornati a colpire la capitale somala tentando un assalto al palazzo presidenziale, trasformatosi in uno scontro a fuoco nei pressi di un vicino hotel frequentato da deputati e funzionari. Undici i morti, compresi i cinque attentatori

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

I militanti di al Shabaab, descritti come “pesantemente armati” dalla Polizia, hanno agito a piedi senza l’uso di autobombe, finora invece consueto negli attacchi a Mogadiscio. Fallito l’assalto al palazzo presidenziale, dove hanno perso la vita tre dei cinque attentatori, lo scontro si è spostato nei pressi di un hotel, dove le forze di sicurezza sono riuscite ad impedire l’irruzione e la possibile presa di ostaggi. Nella struttura erano presenti circa 80 ospiti. Qui sono rimaste uccise sei persone, di cui quattro civili, oltre agli altri due attentatori. Una dozzina i feriti. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo al Shabaab, la cellula somala di Al Qaida che vuole imporre la sharia come legge dello Stato nel Paese.

Un attacco inconsueto

"Le nostre coraggiose forze di sicurezza hanno posto fine all'attacco terroristico all'hotel SYL”, ha confermato la polizia somala, annunciando la morte dei cinque attentatori. Sono sei le vittime dell’attacco: due civili, due guardie dell’hotel e due uomini delle forze di sicurezza. L’attacco, come nota nella nostra intervista Enrico Casale, della rivista “Africa” dei Padri bianchi, è inconsueto perché condotto senza l’ausilio di un’autobomba e ciò può far pensare che ci sia stato “un aumento dei controlli” nelle strade della capitale somala. “Inoltre la pronta reazione delle forze di sicurezza – aggiunge Casale – è probabilmente un salto di qualità, frutto anche del rapporto con le forze militari di altri Paesi”.

Ascolta l'intervista ad Enrico Casale

La preghiera del Papa di due anni fa

Il 18 ottobre 2017 in Piazza San Pietro, al termine dell’Udienza generale, Papa Francesco rivolse un accorato appello per la pace in Somalia. “Desidero esprimere il mio dolore per la strage avvenuta qualche giorno fa a Mogadiscio, Somalia, che ha causato oltre trecento morti, tra cui alcuni bambini. Questo atto terroristico – sono le parole del Santo Padre - merita la più ferma deplorazione, anche perché si accanisce su una popolazione già tanto provata. Prego per i defunti e per i feriti, per i loro familiari e per tutto il popolo della Somalia. Imploro – concluse il Papa - la conversione dei violenti e incoraggio quanti, con enormi difficoltà, lavorano per la pace in quella terra martoriata”.
 

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11 dicembre 2019, 12:05