Soldati in Burkina Faso Soldati in Burkina Faso 

Attacco a una chiesa protestante in Burkina Faso. Vescovi: una persecuzione

L'attacco sarebbe stato sferrato da una decina di uomini armati che in una chiesa protestante hanno preso di mira anche il sacerdote. Colpiti diversi bambini presenti alla funzione. Monsignor Justin Kientega, vescovo di Ouahigouya, parla di "persecuzione in atto" . La nostra intervista a padre Ludovique Tougouma, della Comunità missionaria di Villaregia

Alessandro Guarasci, Elvira Ragosta - Città del Vaticano

In Burkina Faso la violenza jihadista è tornata a colpire. L'attacco è avvenuto ieri, a Foutouri, in una chiesa protestante durante la funzione religiosa della domenica. Almeno 14 persone - tra cui diversi bambini - sono morte e altre sono rimaste ferite. La zona è già stata teatro in passato di aggressioni da parte di terroristi legati ad Al-Qaeda e all'Isis. 

Attacco condotto da una decina di uomini

L'attacco sarebbe stato sferrato da una decina di uomini armati che si sono rivolti anche contro il celebrante e i bambini presenti alla funzione. Subito dopo, le forze di sicurezza hanno lanciato una caccia all'uomo per individuare i membri del commando, fuggiti in motocicletta. In Burkina Faso gli attacchi armati di matrice jihadista a luoghi di culto cristiani sono sempre più frequenti, e le forze di sicurezza stentano ad averne ragione per mancanza di uomini e mezzi.

Sempre più di frequenti gli attacchi contro i cristiani

Nella scorsa primavera i raid contro i cristiani sono stati quasi quotidiani: il 12 maggio sei persone, tra cui un sacerdote, sono state uccise in una chiesa cattolica a Dablo, nel nord del Paese e il giorno dopo quattro cattolici sono stati uccisi durante una processione in una città vicina. A metà marzo, un parroco era stato rapito da individui armati. Il 15 febbraio don César Fernandez, missionario salesiano di origine spagnola, era stato ucciso nel centro del Paese.

La condanna del vescovo e del presidente 

"E' in atto una persecuzione dei cristiani. Da mesi noi vescovi denunciamo quanto accade in Burkina Faso, ma nessuno ci ascolta. Evidentemente preferiscono tutelare i propri interessi", è la reazione di monsignor Justin Kientega, vescovo di Ouahigouya, dopo l'ennesimo attacco anticristiano avvenuto in Burkina Faso. "L'attacco non è stato rivendicato, così come non sono stati rivendicati i precedenti - ha affermato  il vescovo - e dunque non sappiamo se si tratti di uno o più gruppi. Quel che è certo è che stanno mettendo in atto una propaganda islamista e cercano di innescare un conflitto tra religioni in un Paese in cui cristiani e musulmani sono sempre andati d'accordo". Il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kabore, ha definito "barbaro l'attacco". Il capo di stato  ha riferito che diverse persone sono state ferite, augurando a queste ultime "una pronta guarigione" e porgendo le sue "più sentite condoglianze alle famiglie in lutto".

Rischio spopolamento dell'est del Burkina Faso

“E’ la prima volta che accade un attacco del genere nell’est del Paese” afferma ai nostri microfoni padre Ludovique Tougouma, della Comunità missionaria di Villaregia, che al momento si trova in una zona poco distante da quella dell’attacco. “Non sappiamo chi sono questi gruppi perché non ci sono rivendicazioni – aggiunge – e non sappiamo con chi abbiamo a che fare”. Il missionario sottolinea che l’attenzione, prima rivolta agli avvenimenti che accadevano al Nord, si sta ora portando verso la parte orientale del Paese. “Molte persone dall’Est stanno andando via – continua – perché hanno paura, non capiscono cosa succede e le autorità non hanno risposte precise da dar loro”.

Ascolta l'intervista a padre Ludovique Tougouma

 

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02 dicembre 2019, 09:26