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La Generazione Z e il cinema: il 20 per cento guarda un film al giorno

Nell’ambito del Tertio Millennio Film Fest, presentata a Roma la ricerca dell’istituto Giuseppe Toniolo e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore su 822 ragazzi dai 10 al 19 anni. Il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo monsignor Milani: “Ai ragazzi dobbiamo insegnare che non tutte le immagini sono uguali, né hanno lo stesso scopo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Il 20 per cento dei ragazzi della “Generazione Z”, nati e cresciuti nel XXI secolo, guarda un film al giorno, il 51 per cento ne guarda 2 o 3 alla settimana e per il 69 per cento è comunque una pratica consueta, quasi quotidiana. E’ uno dei dati che emerge dalla ricerca “Generazione Zeta e Cinema” contenuta nel “Rapporto Cinema 2019: l’anno Zeta dell’audiovisivo” presentato nella giornata conclusiva della XXIII edizione del Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali CEI, e dell’Assessorato alla Crescita Culturale del Comune di Roma e della Regione Lazio. Un festival che si propone “come luogo di dialogo interreligioso e interculturale tra le comunità cattolica, protestante, ebraica e islamica, indagando i temi legati alla spiritualità” e che quest'anno ha come tema "Io sono tu sei. Riconoscersi differenti"

Intervistati 822 ragazzi e ragazze tra i 10 e i 19 anni

Presentata nell’NH Hotel di Roma, vista la chiusura dei parchi della Capitale e quindi anche della Casa del Cinema a Villa Borghese, la ricerca condotta dall’Istituto Giuseppe Toniolo e dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stata condotta su un campione di 822 ragazzi e ragazze fra i 10 e i 19 anni. I ricercatori, davanti al segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo, al presidente Anica Francesco Rutelli e al presidente Fondazione Ente dello Spettacolo monsignor Davide Milani, hanno sottolineato “la centralità che le esperienze mediali assumono a partire dai 10 anni” e tra queste il primo elemento, in continuità con quanto il Rapporto Giovani rileva sui Millennials, è l’importanza dei film.

Forti consumatori i ragazzi del centro sud, di scuole tecniche

Fra chi, e sono il 19,7 per cento del campione, guarda un film al giorno, troviamo soprattutto i ragazzi (il 21%, rispetto al 17,9% delle ragazze) che vivono nel centro-sud (il 25% rispetto al 13,9% di coloro che vivono nelle regioni settentrionali) e che frequentano scuole tecnico-professionali (il 32% degli iscritti a istituti tecnici, rispetto al 22,5% di chi frequenza il liceo). Per quanto riguarda la tipologia di strumenti che vengono utilizzati per vedere i film, al primo posto troviamo la televisione gratuita: il 58,6% del campione la usa “spesso” per fruire film. A seguire le piattaforme come Netflix e Amazon Prime, e la tv a pagamento (Sky, Infinity, TimVision), usate “spesso”, rispettivamente, dal 36% e dal 34,4% degli intervistati. Al quarto posto per frequenza d’uso si trova la sala: il 29% del campione dice di usarla “spesso” per vedere film, persino più di quanto non usi YouTube (usato “spesso” dal 21,5% degli intervistati”).

Scende il numero di chi scarica film illegalmente

Limitato è invece l’impiego dei Torrent e dei sistemi “illegali” di visione dei film: solo il 4,4% del campione ne fa uso “spesso” e il 10,5% “qualche volta”. Questo risultato evidenzia un cambiamento delle modalità di fruizione non in sala, certamente favorito dalla diffusione delle piattaforme “on demand” e dalla moltiplicazione dei “punti” di accesso ai film. Si tratta di un trend mondiale, che trova fra l’altro conferma nella consistente diminuzione della vendita di memorie esterne, in passato utilizzate per “stoccare” i file scaricati dalla rete.

Il cinema è il luogo preferito per guardare i film

Quando si chiede di indicare il luogo preferito per la visione di un film, in una scala da 0 a 5, la sala del cinema ottiene 4,34 punti, rispetto ai 3,93 assegnati alla Tv e ai 3,45 dati alla Netflix e piattaforme analoghe, o ai 2,57 punti per la “visione di film sullo smartphone”. Al cinema adolescenti e preadolescenti vanno soprattutto con gli amici (83,8%) e con i genitori (79,8%), e la visione con gli amici cresce con l’aumentare dell’età, mentre decresce quella con i genitori, che resta comunque rilevante.

Preferenza ai "film leggeri e che fanno ridere"

Come ultimo dato, la ricerca conferma una serie di tendenze già ben note: la preferenza per i “film leggeri e che fanno ridere”, comune a tutta la generazione, associata soprattutto ai preadolescenti. La predilezione per i “film di azione” e di “fantascienza” da parte dei ragazzi, e per i “film dove sono presenti attori giovani” da parte delle ragazze. Con un tendenziale disinteresse per i film storici, i film d’autore o che trattano tematiche di attualità.   

I premiati del Tertio Millennio Film Fest

La giuria interreligiosa del concorso di lungometraggi della XXIII edizione di Tertio Millennio Film Fest, presieduta da Fariborz Kamkari, regista iraniano di origine curda, ha premiato il film “Un traductor “ dei fratelli cubani Rodrigo e Sebastián Barriuso, ispirato alla storia vera del padre dei registi, e scelto dal Paese caraibico per la candidatura all’Oscar per il miglior film internazionale. Il film racconta l’incontro tra un professore cubano di letteratura russa (la star di “Westworld” Rodrigo Santoro) e i ragazzini di Chernobyl accolti a L’Avana per essere curati dopo il disastro nucleare. Menzione speciale a “The Swallows of Kabul “ di Zabou Breitman e Eléa Gobé Mévellec.

La sezione dei cortometraggi di registi dai 18 ai 36 anni

Per la sezione dedicata ai cortometraggi di giovani registi tra i 18 e 36 anni, un’altra giuria Interreligiosa, presieduta dal musulmano Phaim Bhuiyan, regista di “Bangla”, ha attribuito il primo premio a “Milady” di Giulia Tivelli e Flavia Scardini, il secondo a “Cento metri quadri “di Giulia Di Battista. Terzi classificati, a pari merito, “Luis” di Lorenzo Pallotta e “La gita” di Salvatore Allocca. “Milady” ha vinto anche il Premio Giovani, assegnato dalle scuole coinvolte nel progetto “Nati nel Tertio Millennio”.

Monsignor Milani: successo di pubblico e dialogo tra fedi

A chiusura del Tertio Millennio Film Fest, chiediamo a monsignor Davide Milani quale sia il bilancio della Fondazione Ente dello Spettacolo che presiede.

Ascolta l'intervista a monsignor Davide Milani

R. – Un bilancio molto positivo. Anzitutto, la straordinaria partecipazione di pubblico: la Casa del Cinema con i suoi 150 posti è sempre stata piena a tutti gli orari - abbiamo avuto quattro/cinque eventi al giorno - dice del gradimento della formula, ma soprattutto del bisogno che c’è nel pubblico di fare ragionamenti sul tema dell’incontro tra differenze in campo religioso, in campo sociale, in campo intergenerazionale. L’altro motivo di soddisfazione è la risposta che abbiamo avuto dal pubblico più giovane non solo per questi giorni, ma per i mesi di lavoro che hanno preceduto il festival. Il terzo, la positività del dialogo con le comunità interreligiose e ecumeniche che sono la vera anima, insieme alla Fondazione Ente dello Spettacolo, di questo festival.

Quali le motivazioni che hanno portato la Giuria interreligiosa alla scelta dei vincitori del concorso dei lungometraggi e del contest dei cortometraggi?

R. – Partiamo dai cortometraggi. Ieri sera c’era molta commozione in sala quando i registi esordienti hanno presentato i loro lavori e li abbiamo premiati; e ci ha stupito come tutti avessero lavorato sui temi della memoria, sui temi della differenza ma in maniera non scontata: due fratelli, il figlio adottato e il fratello invece naturale della stessa coppia; la differenza tra le generazioni; la differenza tra le abilità … I nostri ragazzi sanno coniugare il tema della differenza oltre gli stereotipi che leggiamo spesso sui giornali, e per loro la differenza non è mai un ostacolo ma è come un trampolino di lancio verso l’incontro. Questo abbiamo voluto premiare. Il vincitore del concorso dei lungometraggi, invece, è “Un traductor”, un film straordinario che alla Giuria ecumenica, interreligiosa è piaciuto perché lavora anche questo sul tema della memoria: bisogna ritornare alla propria memoria come a quel luogo nel quale uno può vedere quanto è stato amato, quanto bene ha ricevuto e dove risolvere anche le ferite che subiamo, facendo prevalere invece la positività dello sguardo. La memoria è trampolino per andare non solo verso l’altro, ma anche per risolvere alcuni contrasti che sembrano essere, a volte, irrisolvibili.

Il Rapporto Cinema 2019 che presentate oggi dice che quasi il 70% dei ragazzi della Generazione Z guarda spesso dei film. Come leggete questo dato?

R. – L’accesso dei nostri ragazzi alla realtà è dato dall’audiovisivo. Se per noi, nati nell’altro millennio, era la parola scritta quella che ci metteva in contatto con il nostro patrimonio culturale e con gli altri, per loro la forma è quella audiovisiva. Vedono molti film, vedono clip come mai è stato finora; però questi ragazzi hanno bisogno di conoscere i segreti e le logiche. Per loro, purtroppo, un minuto di riprese corrisponde a un minuto di realtà: loro sono abituati a documentare la realtà con i loro smartphone. Invece è tipico dell’audiovisivo che dietro, come stiamo insegnando loro anche con laboratori pratici, c’è una costruzione di senso, c’è una razione, ci sono tecniche, ci sono copioni. La questione educativa è urgente, davanti a una realtà di questo tipo. Così come ai ragazzi si insegna a leggere e a scrivere e a riconoscere le differenze di genere tra i vari testi, così ai ragazzi bisogna fare questo tipo di educazione sull’immagine: non tutte le immagini sono uguali, non tutte le immagini hanno la stessa costruzione, non tutte le immagini portano allo stesso scopo.

Il Premio Fuoricampo a "Il signor Diavolo" di Pupi Avati

Per la prima volta, nel corso del Tertio Millennio Film Fest, è stato assegnato il Premio Fuoricampo, conferito dai tre più importanti festival nazionali di cinema e spiritualità (Tertio Millennio Film Fest, Religion Today di Trento e Popoli e Religioni di Terni) al film italiano dell’anno che abbia saputo rilanciare il tema del sacro, del divino, del trascendente, dell’invisibile. La scelta è caduta su “Il signor Diavolo” di Pupi Avati, che ha ritirato il premio affrontando il tema del demonio, grande rimosso del contemporaneo.

L'incontro con Mylene Bresson
L'incontro con Mylene Bresson

L'incontro con Mylene Bresson, a 20 anni dalla morte del marito

Nella sezione “Il cinema come esperienza religiosa” del Festival, nel ventennale della morte del regista Robert Bresson, nel cui nome dal 2000 FEdS ha istituito il Premio Bresson, assegnandolo ogni anno ad un regista che testimoni una “ricerca del significato spirituale della nostra vita”, il 10 dicembre la moglie Mylène ha incontrato il pubblico. Accanto al regista Gianni Amelio, vincitore del Premio Bresson 2017, Mylene Bresson ha dato una testimonianza di vita personale e artistica, prima della proiezione della versione restaurata del film “Au hasard Balthazar”.

L'ultimo atto del progetto per le scuole "Nati nel Tertio Millennio"

Sempre il 13 dicembre, nonostante la chiusura delle scuole a Roma, sono stati premiati gli istituti superiori che in tutta Italia, con classi seconde e terze, hanno partecipato al progetto della Fondazione Ente dello Spettacolo “Nati nel Tertio Millennio”, finanziato dal Piano nazionale cinema scuola del Miur e Mibac. Alle classi partecipanti è stato chiesto di presentare un soggetto cinematografico per la realizzazione di un breve video sul tema del “Tertio Millennio Film Fest” "Io sono, tu sei", l’accettazione della diversità e il riconoscimento dell'unicità di ogni persona. I vincitori sono la V B del Liceo “Caminiti – Trimarchi” di Santa Teresa di Riva (Messina), la IV A dell’Istituto Paritario “Maria Immacolata” di Roma e la III E del Liceo “Paolo Borsellino e Giovanni Flacone” di Zagarolo, in provincia di Roma. “Abbiamo anche fornito loro gli strumenti - dichiara ancora monsignor Davide Milani - per passare dalla creatività alla responsabilità nell’utilizzo di un linguaggio audiovisivo che abbia come fondamento il rispetto dell’altro”. Il progetto ha previsto infatti, dopo la scelta dei vincitori, un percorso di formazione con lezioni teoriche, riprese e successivo montaggio del video, offerto dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con la Libera Università del Cinema di Roma.

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L'incontro con Mylene Bresson a 20 anni dalla morte del marito, il regista Robert
13 dicembre 2019, 15:08