Terremoto in Albania. tendopoli della Caritas Terremoto in Albania. tendopoli della Caritas 

Albania: è sempre emergenza per i terremotati ancora nelle tende

Le famiglie che si trovano in tenda hanno bisogno di viveri, vestiti e coperte. La città più colpita è Durazzo. Al lavoro volontari e psicologi provenienti da Italia, Grecia, Kosovo e Romania. Intervista alla direttrice della Ong "Shis"

Luca Collodi – Città del Vaticano

Ad oltre una settimana dal terremoto di magnitudo 6.4 che il 26 novembre ha colpito l’Albania e parte dei Balcani, le istituzioni pubbliche albanesi stanno proseguendo con la valutazione dei danni Oltre mille le case distrutte in particolare a Durazzo, cinquemila le abitazioni inagibili, tra Tirana, Durazzo, Lezhe e Kukes. Una trentina le scuole danneggiate, oltre a 12 centri sanitari. Il presidente del governo albanese, Edi Rama, ha ringraziato l’Italia per l’invio nei Balcani di soccorsi e della protezione civile. L’Unione Europea ha promesso una donazione di 15 milioni di euro per l’Albania. Molte le Onlus italiane impegnate in Albania per iniziative di solidarietà. Tra queste la Fondazione Avsi, con la Ong locale ‘Shis’ (Misericordia), impegnata nel portare aiuto alle popolazioni colpite. Sono in molti, in pieno inverno, che ancora si trovano in tende nei campi alla periferia delle città più colpite, come racconta al microfono di Radio Vaticana Italia, Roberta Profka, direttrice della stessa Ong ‘Shis’.

Ascolta l'intervista a Roberta Profka

R. – La situazione è abbastanza caotica perché le scosse continuano ancora. La gente è traumatizzata da questo fenomeno. Non siamo abituati ad avere scosse di terremoto nelle zone dove viviamo. Siamo molto vicini alla gente perché è successa una tragedia: 51 sono i morti ad oggi, oltre 2000 i feriti e più di 10mila persone sono rimaste senza casa. Sono numeri che cambiano in ogni momento perché le registrazioni continuano e le verifiche si fanno continuamente. Inizialmente le persone sono state messe nei campi dentro delle tende. Però siamo in inverno e il governo di Tirana è in contatto con gli alberghi, i pochi non colpiti dal terremoto, che si trovano nelle vicinanze di Durazzo e Tirana e più di 4mila persone sono ospiti in questi hotel.

Prosegue la solidarietà internazionale verso l’Albania?

R. – Sì. E’ un grande aiuto che ci hanno dato, soprattutto i Paesi vicini, gli italiani, i greci, i kosovari. Ci hanno supportato perché, certamente, non eravamo preparati. Servono assolutamente kit di prima emergenza. Le famiglie che si trovano in tenda hanno bisogno di cibo, hanno bisogno di coperte, di vestiti caldi perché si trovano in una situazione difficile... Noi stiamo cercando di realizzare delle attività soprattutto con i bambini, che sono la fascia più colpita, più traumatizzata. Abbiamo creato degli angoli di amicizia, incontro, dove realizziamo delle attività di supporto educativo, psico-emozionale per i bambini ma anche per le loro madri e famiglie. Ma un’altra sfida che ora abbiamo è la ricostruzione delle case, perché il governo ha detto che ricostruirà le abitazioni crollate o lesionate, ma non tutte. Quindi siamo in emergenza. L’inverno è arrivato e le famiglie che si trovano nelle tende hanno urgente bisogno che le case vengano ricostruite.

 

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07 dicembre 2019, 14:18