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Violenza in Bolivia: l’appello dei vescovi a deporre le armi

I vescovi della Bolivia hanno espresso ferma condanna per gli scontri a Sacaba che hanno provocato la morte di 9 persone. L'appello: costruiamo la pace con il dialogo

La Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ha confermato che nove persone sono morte e 122 sono rimaste ferite venerdì scorso negli incidenti in Bolivia fra manifestanti e forze di sicurezza vicino a Cochabamba. Questi ultimi scontri hanno portato a quota 23 il numero delle persone uccise e a 715 quello dei feriti dall'inizio delle proteste dopo lo svolgimento delle elezioni presidenziali il 20 ottobre scorso. Di fronte al dilagare della violenza la Conferenza Episcopale Boliviana ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e assicurato preghiere per i feriti.

La condanna della violenza

“Ancora una volta – si legge nella nota diffusa - condanniamo questi eventi e lanciamo un appello urgente per porre fine agli atteggiamenti di violenza. La vita è un grande dono di Dio e non possiamo disporne. Invitiamo il governo nazionale a fermare azioni violente contro i settori mobilitati e a chiarire rapidamente le responsabilità di tutti i decessi che si sono verificati in queste tre settimane. Esortiamo i movimenti sociali a manifestare le loro richieste senza violenza e senza minacce per la vita degli altri. A coloro che hanno autorità sui gruppi mobilitati chiediamo responsabilità nei confronti del Paese e di promuovere atteggiamenti pacifici”.

Costruire con il dialogo

La nota prosegue con un invito dei presuli a costruire la pace con il dialogo e l’incontro. “Invitiamo tutti a mostrare disponibilità per risolvere, attraverso il dialogo, le differenze che ci dividono. Noi boliviani – si legge ancora - dobbiamo essere in grado di accordarci su nuove elezioni libere affinché il popolo possa decidere del proprio futuro, in condizioni di trasparenza e fiducia, e in un vero spirito di rispetto per tutti. Costruiamo insieme, con atteggiamenti di incontro, la Bolivia che vogliamo”.

Subito nuove elezioni

Svolgere nuove elezioni e riallacciare il dialogo: sono anche le raccomandazioni dell' inviato dell'Onu Jean Arnault. Secondo fonti del Palazzo di Vetro il compito di Arnault sarà quello di appoggiare gli sforzi del governo della presidente ad interim Jeanine Anez per reperire un accordo politico fra le parti in conflitto e procedere ad “elezioni trasparenti, inclusive e credibili”. Da parte sua l'ambasciatore dell'Unione europea in Bolivia, Le¢n de la Torres, che farà parte del team incaricato della mediazione, ha dichiarato: “Crediamo che sia fondamentale stabilizzare il Paese, recuperare la calma, superare la violenza, produrre l'inizio di una riconciliazione nazionale, e soprattutto che si facciano i primi passi certi per la convocazione delle elezioni”.

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17 novembre 2019, 14:07