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Italia: giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali di pace

In questa giornata, dedicata di Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace, l’ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, ha ricordato i cinque militari italiani, tre della Marina e due dell’Esercito, feriti nel terribile attentato di due giorni fa in Iraq

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Una preghiera per i cinque militari italiani rimasti feriti nell’attentato di due giorni fa in Iraq. A levarla questa mattina, durante la messa celebrata nella chiesa di Santa Maria in Ara Coeli a Roma, nell’odierna giornata di ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, è stato l’ordinario militare per l’Italia, monsignor  Santo Marcianò. “Siamo riuniti, come sempre, a ricordare tutti i caduti delle missioni internazionali di sostegno alla pace, e proprio oggi non possiamo non pensare, con affettuosa trepidazione e grande stima, ai cinque militari italiani, tre della Marina e due dell’Esercito, feriti nel terribile attentato di due giorni fa in Iraq, proprio la terra che ci ricorda il terribile attentato di Nassirya”, ha detto l’ordinario militare.

Il potere del servizio

“Noi - ha proseguito - piangiamo persone che sono state liete di servire, lo hanno considerato un privilegio, una ricompensa in sè stessa; e voi – ha aggiunto rivolto ai familiari dei caduti presenti alla messa -  potreste testimoniarlo. Militari che non avrebbero considerato un eroismo il loro atto del dare la vita ma una pienezza di servizio, una realizzazione della libertà. Per questo, essi «sono nella pace». Per questo, diventano maestri di pace”. Secondo Marcianò esiste un “nobile magistero” esercitato dai nostri caduti: “tutti riconosciamo” loro “un’autorevolezza, un potere che essi hanno esercitato e insegnano a esercitare. È il potere del servizio, l’autorevolezza della coerenza e della testimonianza, che ha molto da dire pure oggi. Un servizio che non cerca l’utile, non si inquina con la ricerca di interessi personali o ricompense, è libero da infiltrazioni, corruzioni o da qualsiasi forma di attaccamento a tutto, persino alla propria vita”.

Aprire le coscienze alla carità universale 

I caduti nelle missioni internazionali di pace  - sottolinea l’ordinario militare - “hanno risposto all’invito che, anche recentemente, Papa Francesco ha espresso, esortando i cappellani militari di tutto il mondo ad aiutare in particolare i militari che si trovano "in situazioni di conflitto internazionale", ad aprire le loro coscienze a quella carità universale che avvicina l’uomo all’uomo, qualunque sia la razza, la nazionalità, la cultura, la religione dell’altro e a non "farsi derubare dei valori umani e cristiani”. Quindi rimarcando la “gratitudine grata e commossa” ai caduti da parte della Chiesa, dell’Italia e dei popoli serviti, l’ordinario militare ha esortato a “dare spazio al loro esempio e alla testimonianza, piuttosto che assecondare proposte ideologiche e polemiche, tese a cancellare il ricordo di chi ha servito la Patria fino a sacrificarsi per essa e per la libertà altrui!”.

Un nuovo attentato sedici anni dopo la strage di Nassiriya

Nel frattempo restano gravi, ma stabili le condizioni dei cinque militari italiani feriti. Mentre la procura di Roma ha aperto un’indagine, il sedicente Stato Islamico ha rivendicato l’attacco. L’episodio è avvenuto a sedici anni dalla strage di Nassiriya, in Iraq quando, era il 12 novembre 2003, morirono 19 italiani: 12 carabinieri, 5 soldati dell'Esercito e due civili. È stata la più grave tragedia per i militari italiani all'estero dalla seconda guerra mondiale.

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12 novembre 2019, 15:01