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Dayr al-Balah, nella Striscia di Gaza Dayr al-Balah, nella Striscia di Gaza

Gaza, raggiunta una fragile tregua. Il parroco: “Segno importante contro la guerra”

L’esercito israeliano ha confermato il cessate il fuoco con la Jihad islamica a Gaza. Oltre trenta vittime ed un centinaio di feriti negli attacchi israeliani di questa settimana. L’Onu definisce la situazione ancora critica, il parroco dell’unica Chiesa cattolica della striscia mostra soddisfazione, ma anche prudenza

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

Una tregua importante quella raggiunta oggi, seppur fragile. Violata dopo poche ore, secondo quanto detto dal portavoce militare israeliano, con il lancio questa mattina di 5 razzi da Gaza verso la zona sud di Israele, dove hanno suonato le sirene di allarme. Per Israele tutte le aree del Paese, ad eccezione di quelle attorno alla Striscia, possono tornare alla vita normale e sono state ritirate le restrizioni sulle scuole, sugli assembramenti e sulle zone di lavoro. La Jihad islamica palestinese conferma che l'accordo è entrato in vigore stamane, specificando come Israele abbia accettato “le condizioni dettate dalla resistenza". "Alla calma risponderemo con la calma. La Jihad islamica ha subito un duro colpo", replica il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, in un primo commento all'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. In un'intervista alla radio militare, Katz ha precisato che anche in futuro "Israele non esiterà a colpire chiunque lo minacci". Il ministro ha poi sottolineato che "il non coinvolgimento di Hamas nei combattimenti è un successo di Israele".

Il bilancio delle vittime

Continua ad aggravarsi intanto il bilancio delle vittime delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza dopo l'uccisione in un raid israeliano del comandante militare della Jihad Islamica, Baha Abu al-Ata. Da martedì sono 34 i palestinesi morti, compresi una donna e tre bambini, e più di 100 quelli rimasti feriti. La radio militare israeliana ha confermato che l’ultimo palestinese morto a seguito di un raid aereo israeliano è Ramsi Abu Malhus, 45 anni, il capo della famiglia rimasta uccisa questa notte a Deir el-Balah, comandante dei lanciatori di razzi della Jihad islamica nel settore centrale della Striscia di Gaza.

“La pace è difficile, ma possibile”

Sono ore drammatiche anche per la comunità dell’unica Chiesa cattolica della striscia di Gaza, la parrocchia della Sacra Famiglia. “Pochi minuti fa abbiamo visto dei razzi”, dice nella nostra intervista il parroco don Gabriel Romanelli, che riconosce l’importanza, ma anche la fragilità della tregua. Prudenza è la parola d’ordine, unita al cordoglio per le decine di vittime degli ultimi due giorni. Ma quanto è difficile dare un messaggio di speranza in questi luoghi, far capire che la pace è possibile? Don Gabriel risponde che la vera pace arriva da Dio, ed attraverso Lui si può far comprendere che la pace, seppur difficile, è davvero possibile.

Ascolta l'intervista a don Gabriel Romanelli

L’Onu ammonisce: “Prossimi giorni critici”

"L'Egitto e l'Onu hanno lavorato duramente per prevenire che la più importante escalation dentro e fuori Gaza arrivasse ad una guerra". Lo ha detto, commentando il cessate il fuoco, l'inviato del'Onu in Medio Oriente Nickolay Mladenov secondo cui "le prossime ore e giorni saranno critiche". "Tutti - ha aggiunto il diplomatico bulgaro su Twitter - devono mostrare massimo controllo e fare la loro parte per impedire un bagno di sangue. Il Medio Oriente non ha bisogno di nuove guerre". Lo stesso Mladenov ieri aveva condannato duramente il lancio indiscriminato di razzi e mortai contro i centri abitati, definendolo “assolutamente inaccettabile”.
 

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14 novembre 2019, 11:24