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Il ruolo decisivo delle donne nelle comunità rurali Il ruolo decisivo delle donne nelle comunità rurali 

Le donne rurali leader per lo sviluppo dei Paesi più poveri

Nell’odierna Giornata internazionale delle donne rurali, l’Onu denuncia la loro emarginazione: lavorano gratis o sono sottopagate, hanno pochi diritti sociali ma è su di loro che bisogna puntare per fronteggiare i cambiamenti climatici.

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

“Sono una forza potente che può guidare il progresso globale”, così segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nell’odierna Giornata celebrativa del ruolo insostituibile delle donne rurali, sottolineando che sono loro “le prime ad adottare nuove tecniche agricole, le prime a reagire nelle crisi e le prime imprenditrici di energia verde”.

Un donna su tre lavora nel settore agricolo

Sono tantissime le donne rurali, oltre un quarto della popolazione mondiale, ma contano pochissimo. A livello globale, una donna su tre è impiegata nel settore agricolo, oltre il 40 per cento della forza lavoro nei Paesi in via di sviluppo: coltivano i campi, lavorano i prodotti, pompano l'acqua dai pozzi dove manca la rete idrica, cucinano, badano alle faccende domestiche, si occupano della prole e dell’intera famiglia, sono di riferimento per l’intera comunità rurale e sono in prima linea quando le risorse naturali e l'agricoltura sono minacciate da eventi di ogni genere. Ma il loro potere decisionale è minimo o nullo.

Indispensabili ma discriminate nello loro comunità

“Le donne rurali – ammonisce Guterres - rappresentano la spina dorsale di molte comunità, ma continuano ad affrontare ostacoli che impediscono loro di realizzare il proprio potenziale”. Per questo l’Onu  invita quest’anno tutti i Paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo, a guardare alle donne e alle ragazze rurali per promuovere il progresso delle società e a valorizzare le loro capacità per resistere ai cambiamenti del clima.

Più povere, meno istruite, senza poteri decisionali

Servono però riforme politiche, investimenti economici ma anche cambiamenti culturali per sostenere le donne rurali in questa difficile missione. Sanno infatti essere produttive e intraprendenti nello loro multiruolo familiare e sociale ma sono ancora in massima parte vittime di discriminazioni ed emarginazioni che ne limitano i poteri decisionali e la partecipazione attiva alla vita delle comunità. Tutte le ricerche in merito segnalano che le donne rurali vivono peggiori condizioni familiari e lavorative rispetto agli uomini, non hanno pari opportunità, sono maggiormente sottopagate o non retribuite, quindi più povere, meno istruite. Sovente non hanno diritti alla proprietà, tanto che meno del 13 per cento dei proprietari di terreni agricoli è una donna e lamentano grandi difficoltà di accedere al credito e di contrattare i prodotti agricoli sui mercati.

Diseguaglianze aggravate dai disastri naturali

“Il cambiamento climatico – osserva ancora il segretario generale dell’Onu - aggrava queste disuguaglianze, lasciando le donne e le ragazze delle zone rurali più indietro. Un quarto dei danni e delle perdite totali derivanti dai disastri climatici tra il 2006 e il 2016 è stato subito dal settore agricolo dei Paesi in via di sviluppo, e le donne sono state colpite in misura sproporzionata in tali disastri”.

Portatrici di tradizioni e modernità

“Allo stesso tempo, le donne delle zone rurali – ricorda Guterres - sono depositarie di conoscenze e competenze che possono aiutare le comunità e le società ad adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni basate sulla natura e a basse emissioni di carbonio. In quanto agricoltrici e produttrici, esse svolgono un ruolo centrale nell'abbracciare pratiche sia tradizionali che moderne per rispondere alla variabilità climatica e a shock come siccità, ondate di calore e precipitazioni estreme”.

Ascoltare e amplificare le voci delle donne rurali

“Ascoltare le donne delle zone rurali e amplificare le loro voci – conclude il segretario generale dell’Onu - è fondamentale per diffondere le conoscenze sui cambiamenti climatici e per esortare i governi, le imprese e i leader delle comunità ad agire”. 

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15 ottobre 2019, 14:39