Branduardi canta la spiritualità di Ildegarda di Bingen

ll cantautore e compositore Angelo Branduardi ospite degli studi di Vatican News racconta il suo nuovo album, uscito il 4 ottobre scorso, "Il Cammino dell'anima", ispirato all'opera visionaria della grande figura femminile della Chiesa e della storia del Medio Evo, Dottore della Chiesa , mistica, filologa e musicista

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

Nel 2019 Angelo Branduardi festeggia i 45 anni di carriera, una lunga avventura intrecciata alla storia della musica italiana ed europea, con radici nelle tradizioni e nelle forme popolari, che gli hanno attribuito il titolo di "menestrello" italiano. Oggi, dopo sei anni di silenzio dall'ultimo lavoro - "Il Rovo e la Rosa" che raccontava storie di uomini e donne vite anche misteriose e che ha avuto un grandissimo successo - torna come negli anni passati a confrontarsi con il sacro.

Per "Il Cammino dell'anima" il nuovo album uscito il 4 ottobre con grande gioia e sorpresa dei suoi ammiratori, ha scelto la figura di Ildegarda di Bingen, monaca benedettina che si distinse "per saggezza spirituale e santità di vita", come disse nel 2010 Benedetto XVI in una delle due catechesi dedicate alla teologa che lui stesso proclamò Dottore della Chiesa. "C'è molto di Branduardi,  in questo album, ma anche altro, e consiglio, prima di ascoltarlo, di mettersi comodi e chiudere gli occhi per prepararsi a compiere un viaggio...". Così il Maestro ospite nei nostri studi ci suggerisce per iniziare a scoprire la Suite di brani strumentali e cantati che vede la partecipazione anche di Cristiano De Andrè e del controtenore Arturo Sorrentino insieme ad una orchestra straordinaria guidata da Stefano Zavattoni.

Ascolta l'intervista ad Angelo Branduardi

Al centro, la spiritualità di Ildegarda, dalla Germania di fine XI secolo, con i suoi mille spunti di riflessione sulle donne, sulla teologia, sulla profezia e sulla mistica ma anche sull'arte, la cucina, la natura, la medicina e la musica, tutte materie di cui è riuscita ad occuparsi negli 81 anni della sua movimentata esistenza . Una "figura difficile da contenere" per quanti interessi ha avuto e che ha segnato profondamente il Maestro Branduardi per la notevole produzione musicale cui questa monaca benedettina, dall'intelligenza superiore, diede vita e per il lavoro interiore che la creazione artistica ha generato nel compositore milanese. 

“La musica è terapeutica, ma l'ispirazione può essere tormentata”

Sul patrimonio di questa "profetessa che parla con grande attualità anche a noi", come non si stancava di ripetere Benedetto XVI, Branduardi ha indagato a lungo anche in Germania, lavorando - ci sottolinea più volte -  accuratamente, con "rispetto e correttezza". Alle spalle dell'album c'è infatti uno lungo studio filologico - ci spiega -  poi un'attenta procedura di traduzione da una sorta di "volgare tedesco" ossia un latino che già era fortemente influenzato dal parlato e che Ildegarda usava nei suoi testi, e poi c'è la struttura musicale "tutta orizzontale" che si arricchisce di una verticalità moderna, sconosciuta nell'anno mille. 

La copertina del nuovo album
La copertina del nuovo album

L'album vanta spunti preziosi: il Preludio, brano di apertura, è una eleborazione del coro della Basilica Ortodossa di Mosca, "lavorato alterando le tonalità...una cosa che sembra molto naturale ma è piena di effetti particolari....". La musica ortodossa è "bellissima" confessa il Maestro e "l'atmosfera che crea è quella giusta per avviare il racconto dell'album: dà un senso di riposo". Poi uno ad uno i brani strumentali e cantati che raccontano il cammino dell'anima perduta, ma salvata poi dalla "virtù".  "Lei era una musicista formidabile" - ci spiega - "la sua musica è avanti di 300 anni: io ho solo appoggiato alcuni accordi, ho cercato le cose più divulgabili in modo bello e ricco...".

Branduardi e l'opera di Ildegarda

La cosa più bella che la vita e l'opera di Ildegarda le ha comunicato? Alla domanda, Angelo Branduardi fa difficoltà a scegliere e poi cita una frase che lo ha colpito nel profondo, premettendo però che è passato ancora troppo poco tempo dalla creazione, c'è bisogno di meditare su quanto prodotto. Ma la frase che il Maestro ci riporta di Ildegarda - confessa- ha dentro tutto: "Guardati: dentro di te c'è il cielo e la terra". 

Forte la carica teatrale che l'album porta con sè e che non è detto non abbia un seguito appunto sulle scene come accaduto con enorme successo, in passato, con la vita e l'opera di san Francesco, altro santo che ha appassionato Angelo Barnduardi portandolo ad un capolavoro come L’Infinitamente Piccolo. Anche l'incontro con san Francesco come con Ildegarda è stato casuale: " Il lavoro su san Francesco"- dice - me lo hanno chiesto i giovani francescani ma resta una delle cose più belle che ho fatto". E poi c'è la grande sorpresa che ci attende nel 2020: 70 anni di Angelo Barnduardi coincideranno con un bel progetto musicale su cui c'è il massimo riserbo e che si accompagnerà con l'uscita di una trilogia in vinile, dei lavori più amati. Arriverà infatti un cofanetto contentente "Futuro antico I ", "L'infintamente Piccolo" e "Ildegarda".

“La musica è volare sopra le cose, è vedere l'invisibile, è guardare al di là della porta chiusa”

E prima di salutarci il Maestro ci rivela qualcosa del momento creativo di un artista, di cui di solito si è tanto gelosi:  la "musica è una visione" - dice -"a volte dolorosa". "La musica ti dà tanto e ma ti prende tutto. L'ispirazione non è sempre una cosa allegra anzi molto spesso parte da uno stato di sofferenza e attraverso la sofferenza arriva alla creazione. Nella maggior parte dei musicisti è cosi. In me è così. Poi però si sta bene, perchè la musica è terapeutica, ma la creazione è tormento. Tormento e estasi.  

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08 ottobre 2019, 18:00