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Haiti: incendi alle barricate innalzate dai manifestanti Haiti: incendi alle barricate innalzate dai manifestanti 

Haiti: crisi energetica, ancora manifestazioni per mancanza carburante

Haitiani in piazza a Port-au-Prince per protestare contro il governo e il presidente Jovenel Moise per la scarsità di carburante, il cui prezzo è aumentato anche del 200%. La preoccupazione della Chiesa locale

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Da tre settimane scarseggia il carburante e al mercato nero benzina e diesel vengono venduti a due o tre volte il prezzo normale. Questa la situazione ad Haiti, dove da domenica migliaia di persone sono scese in piazza a Port-au-Prince per protestare contro il governo e il presidente Jovenel Moise. Ieri fin dalle prime ore del mattino i dimostranti hanno eretto barricate nei principali punti di accesso alla capitale, con gravi ripercussioni sul traffico.

Mantenere la calma

Il primo ministro ad interim dimissionario, Jean Michel Lapin, ha disposto il dispiegamento di ingenti forze di polizia per prevenire eventuali disordini, rivolgendo un appello alla popolazione a mantenere la calma e a non cedere alle manipolazioni politiche, nell’attesa che siano distribuiti 110.000 barili di benzina e 155.000 barili di diesel in arrivo sull’isola in queste ore.

La vicenda Petrocaribe

Quella per la mancanza di carburante è soltanto l’ultima delle manifestazioni ad Haiti: da oltre un anno, ricorda l’agenzia Sir, la gente scende in piazza per chiedere le dimissioni del capo di Stato, in seguito ad un rapporto della locale Corte dei Conti sullo scandalo emerso nell'ambito del programma di sviluppo Petrocaribe, avviato dopo il 2008 dal Venezuela dell'allora presidente Hugo Chávez: dall’indagine sono emerse irregolarità e appropriazioni indebite da parte di funzionari ed ex ministri di fondi destinati alle fasce più deboli della popolazione. Haiti, dopo il devastante terremoto del 2010 che uccise più di 200 mila persone e le ripetute epidemie di colera, rimane il Paese più povero dei Caraibi, dove il 60% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

La Chiesa locale

Preoccupazione è stata espressa dalla Conferenza episcopale haitiana, che a Pentecoste ha avviato un anno speciale di preghiera per il Paese, denunciando la “corruzione endemica”, la “situazione socioeconomica catastrofica” e la “instabilità politica macabra”. La realtà drammatica degli ultimi mesi, prosegue il Sir, viene descritta anche in una nota della Provincia dei Gesuiti di Haiti, da cui emerge come si stia assistendo all’aumento del 150% o anche 200% del prezzo del carburante. Per fare rifornimento, si spiega, occorre mettersi in coda per quattro ore. Una situazione di stallo, in cui - riferiscono i Gesuiti - diminuiscono gli indici di sicurezza sociale e sanitaria e molte scuole restano chiuse.

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19 settembre 2019, 12:10