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Open Arms, il parroco di Lampedusa: fate sbarcare presto tutti

Intervista a don Carmelo La Magra sulla situazione della nave bloccata da molti giorni ad ottocento metri dell’isola siciliana: si sta giocando sulla pelle di persone povere e deboli per puro calcolo politico. Lampedusa pronta ad accogliere, con la parrocchia in prima fila per dare aiuto, amicizia e conforto

Federico Piana - Città del Vaticano

“È l’ennesimo scontro politico che si consuma sulla pelle delle persone più povere e più vulnerabili”.  Il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, torna a parlare con forza del caso della nave Open Arms, ancora bloccata ad ottocento metri della costa dell’isola siciliana con  a bordo 88 migranti, ormai stremati sia fisicamente che psicologicamente. Nelle scorse ore, nove persone sono state fatte sbarcare per controlli medici e poi trasferite negli hotspot cittadini mentre altre nove si sono gettate in mare nel tentativo di raggiungere la riva e sono state tratte in salvo dalla Guardia Costiera. “È arrivato il momento di mettere fine a questa triste vicenda nell’unico modo possibile: facendoli scendere tutti, senza perdere altro tempo” afferma don La Magra in questa intervista dal tono accorato e drammatico.

ascolta l'intervista a don La Magra

Don La Magra, è davvero convinto che questi migranti stiano pagando il prezzo di uno scontro politico giocato sulla loro pelle?

R. - Certamente. Si additano i migranti come causa di tutti i mali per distrarre gli italiani dai veri problemi del Paese, generando paura ad ansia. Se guardassimo davvero bene in quella nave, ci accorgeremmo che le persone a bordo non possono rappresentare per noi una minaccia perché sono loro stesse ad essere in difficoltà e ad aver bisogno di aiuto.

Tutta l’attenzione politica e mediatica è concentrata sulla nave Open Arms e si accusano le Ong di essere  dei ‘taxi del mare’ mentre a Lampedusa continuano senza sosta gli sbarchi di decine e decine di persone che arrivano autonomamente sulla costa con barche di fortuna. Di questi cosiddetti sbarchi fantasma non si parla mai solo per avere il pretesto di attaccare le Ong che soccorrono vite in pericolo?

R. - Sta avvenendo adesso con la Open Arms ma è accaduto anche con la Sea Watch, ancorata sempre al largo di Lampedusa qualche tempo fa. Per pochi migranti che vengono bloccati a bordo di una nave di una Ong ne arrivano centinaia e centinaia in modo autonomo che sono salvati dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Non sono le Ong a causare l’arrivo dei migranti. Anzi, le Ong sono un elemento di salvezza e combattere contro di esse non porta a nulla: si criminalizza solo chi salva vite.

A Lampedusa la Chiesa rimane in prima fila per l’accoglienza…

R. - A Lampedusa la parrocchia è davvero l’elemento centrale, da sempre. È il luogo più visibile che i migranti, una volta accolti sull’isola, cercano. È un luogo sempre aperto dove si trova una faccia amica, dove c’è la possibilità di ottenere aiuto, dove ci si può collegare ad internet per dare notizia del proprio arrivo ai familiari rimasti in patria. E così che vogliamo continuare ad essere.

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20 agosto 2019, 13:54