Il Venezuela ha bisogno di profondi cambiamenti e di una soluzione pacifica

E’ in corso in Venezuela la CXII Assemblea plenaria ordinaria dell’episcopato, fino al prossimo 12 luglio. Tra i temi al centro dell’incontro: l’analisi della complessa realtà locale, le azioni pastorali concrete da adottare, il prossimo Sinodo per l’Amazzonia e la formazione di futuri sacerdoti

Prosegue a Caracas la CXII Assemblea plenaria ordinaria della Conferenza episcopale venezuelana (CEV), con l’intento soprattutto di “accompagnare il popolo sofferente” e di consolidare il ruolo della Chiesa come mediatore e pacificatore nella difficile situazione che il Paese caraibico sta attraversando. Intanto, le rispettive delegazioni del Governo e dell’opposizione si sono incontrate a Bridgetown, Barbados. Si tratta delle stesse delegazioni già presenti alle prime due riunioni di negoziato, tenutesi a Oslo su invito della Norvegia.

In un comunicato della delegazione governativa, si annuncia che “il governo fa proprio l’immenso desiderio del popolo venezuelano di difendere la propria indipendenza e sovranità e di risolvere i problemi sociali e politici, nel rigoroso rispetto delle norme democratiche e della Costituzione”.

La Chiesa mediatrice e pacificatrice

A questo proposito, la Chiesa continua ad accompagnare la popolazione nella ricerca di una soluzione alla crisi che il Venezuela sta attraversando. La Chiesa è mediatrice e pacificatrice in questo processo di ricerca di soluzioni – ha detto il cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida e amministratore apostolico dell'arcidiocesi di Caracas, nell'intervista di Renato Martinez – ricerca l’interesse del popolo e non quello dei singoli gruppi, che ostacolano una soluzione reale ed efficace, a beneficio di tutti i venezuelani.

Il Venezuela ha bisogno di profondi cambiamenti

Allo stesso modo, facendo riferimento alla relazione presentata dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, sulla realtà nel Paese, il cardinale Porras ha detto che il Venezuela si trova in una situazione che gli specialisti definiscono come "stato fallito", perché la ragione d’essere di qualsiasi governo è perseguire il benessere della popolazione, all’interno di una democrazia di libertà e uguaglianza.

La popolazione vuole una soluzione pacifica

Negli ultimi 20 anni c’è stata in Venezuela una grave distruzione del tessuto istituzionale e sociale, che ha portato il Paese a una profonda crisi non solo politica ed economica, ma anche morale e culturale. I negoziati in corso alle Barbados cercano una soluzione pacifica, elettorale e condizionata. A questo proposito, l’arcivescovo di Merida ha sottolineato che queste soluzioni nascono proprio dai negoziati, in questo senso è importante precisare che la maggioranza della popolazione venezuelana vuole una soluzione pacifica, che comporta necessariamente la ricerca di una soluzione elettorale. In questo modo, il popolo potrà esprimersi e dire ciò che sente.

L’Assemblea in un clima di fraternità

I lavori dell’Assemblea dei vescovi venezuelani, iniziata il 7 luglio scorso, continuano e si svolgono in un clima di fraternità e di ricerca di soluzioni di fronte alla società venezuelana. L’arcivescovo messicano Jorge Carlos Patrón Wong, segretario per i seminari della Congregazione per il Clero, inoltre, ha parlato loro dell’assunzione di un nuovo paradigma nella formazione dei futuri sacerdoti. Tra le altre cose, l’Assemblea ha dedicato spazio allo studio e alla riflessione dell’Instrumentum laboris del Sinodo per l’Amazzonia.

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10 luglio 2019, 12:53