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Lo spoglio dei voti alle legislative in Ucraina Lo spoglio dei voti alle legislative in Ucraina 

Ucraina: alle legislative in vantaggio il partito del Presidente

A tre mesi dalle presidenziali, il neo Presidente Zelensky si appresta a raggiungere un nuovo traguardo. Alle elezioni parlamentari di ieri il partito “Servo del popolo”, secondo le previsioni, potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

A scrutinio non ancora ultimato, i dati confermano quanto previsto sia dai sondaggi che dagli exit poll: il partito “Servo del popolo” del Presidente Zelensky si avvia verso il 43% delle preferenze, staccando di misura le altre parti politiche in corsa per la Rada. Per la formazione di Zelensky, divenuto Presidente a fine aprile, si profilerebbe la maggioranza assoluta dei 450 del Parlamento del Paese. E' quanto emerge dai dati della Commissione elettorale centrale ucraina.

Staccati gli altri partiti

Al secondo posto, il partito “Piattaforma di opposizione-Per la Vita” vicino alla politica filo-russa con il 12,8%; “Solidarietà europea” dell'ex Presidente Petro Poroshenko è all'8,7%; “Patria” di Yulia Tymoshenko all'8%, mentre il partito “Voce”, fondato pochi mesi fa dalla star del rock ucraino Sviatoslav Vakartchouk, ha per ora conquistato il 6,4% delle preferenze. "Le maggiori priorità per noi e per ogni ucraino – ha commentato il Presidente Zelensky - sono fermare la guerra, la liberazione dei prigionieri e la lotta alla corruzione che rimane nel Paese".

L’auspicio che le elezioni possano portare alla fine della guerra

“Questo voto per l’Ucraina significa aver puntato in maniera massiccia sulla carta nuova, sul giocatore inedito, dandogli fiducia”. Così a Radio Vaticana Italia Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica, che sull’auspicio che questa nuova composizione parlamentare possa portare alla fine della guerra nell’est del Paese aggiunge: “Dipende se questo Presidente avrà un atteggiamento più morbido in direzione della costruzione di un’Ucraina confederale con più ampie garanzie etnico-linguistiche e culturali per la cospicua minoranza russofona dell’est. Questo potrebbe avvicinare le due parti e portarle a una forma di intesa graduale. Resta però sul campo l’annessione della Crimea da parte della Russia, che ci ricorda che questa crisi, che pur originata anche da motivi interni, poi è stata dirottata per questioni internazionali. Serve un accordo anche tra russi, europei e americani che in qualche modo possa garantire per l’Ucraina una sorta di status di neutralità politico-militare, ma anche per aspetti anche economici, e questa è la cosa più complessa”.

Ascolta l’intervista al prof. Vittorio Emanuele Parsi

 

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22 luglio 2019, 12:46