Offida, città dell’accoglienza

Accogliere l’altro senza nessuna distinzione. È quanto accade a Offida, comune dell’entroterra marchigiano diventato il primo in Italia ad attivare un corridoio umanitario. Un’iniziativa che ha permesso a una famiglia siriana di fuggire dalla guerra e di potersi costruire una nuova vita, arrivando nel nostro Paese in modo legale e sicuro

Luisa Urbani – Offida

“«Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito» (Mt 25,35-36). Nei nostri tempi è quanto mai attuale l’opera” di misericordia “che riguarda i forestieri. La crisi economica, i conflitti armati e i cambiamenti climatici spingono tante persone a emigrare. […] Non cadiamo nella trappola di rinchiuderci in noi stessi, indifferenti alle necessità dei fratelli e preoccupati solo dei nostri interessi. È proprio nella misura in cui ci apriamo agli altri che la vita diventa feconda […] ”. Così Papa Francesco, nell’udienza generale del 26 ottobre 2016, invitava tutti ad accogliere l’altro.
Un messaggio che ora la comunità di Offida ha messo in pratica facendo diventare il piccolo comune marchigiano il primo in Italia ad attivare un corridoio umanitario.

La nascita del progetto

Si tratta di un’iniziativa che “nasce dal basso” afferma Enrico Bartolomei, del Comitato di Sostegno Corridoi Umani Offida, spiegando che “l’idea iniziale di proporre all’amministrazione comunale la realizzazione di un corridoio umanitario è nata dallo stesso gruppo di cittadini offidani che nel 2016 ha organizzato una raccolta fondi per aiutare i terremotati del Centro Italia. Come in quell’occasione non ci siamo mai chiesti di che nazionalità fossero i terremotati, per chi votassero e quali fossero i loro orientamenti religiosi, ci è sembrato doveroso accogliere persone che scappano dalla guerra”.

Così il comitato, composto soprattutto da giovani e giovanissimi, ha coinvolto l’amministrazione comunale prima e altre realtà poi per concretizzare il “desiderio di aiutare chi è meno fortunato donandogli una vita dignitosa” racconta Enrico Bartolomei sottolineando la spontaneità della nascita dell’iniziativa. “Tutti sentivamo la necessità di realizzare qualcosa di concreto per aiutare chi è costretto a vivere in realtà come quelle siriana, martoriata dalla guerra. Il nostro è un semplice sentimento comune che si è concretizzato, grazie all’impegno di molte e diverse realtà”. “Abbiamo voluto depoliticizzare la solidarietà. Ci siamo spogliati delle nostre appartenenze e ci siamo uniti per dar vita ad un progetto più grande” aggiunge Alessandra Premici, del Comitato di Sostegno Corridoi Umani Offida, sottolineando che “quelle che abbiamo accolto sono persone come noi, con i nostri diritti e doveri, e con le nostre stesse esigenze”.

Unire le forze superando le differenze

Un percorso durato un anno e che è culminato nella firma di un protocollo d'intesa. Dopo incontri, riunioni e valutazioni, il sindaco di Offida, Luigi Massa, ha sottoscritto – per la prima volta in assoluto – un accordo di partenariato con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e l’associazione On The Road Onlus. “L’iniziativa dei corridoi umanitari, parte del progetto più ampio di Mediterranean hope, nasce dalla collaborazione ecumenica tra protestanti e cattolici: Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola valdese e Comunità di Sant'Egidio. I corridoi permettono alle persone fuggite dai loro Paesi usufruendo di vie legali e sicure”, spiega Federica Brizi della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia aggiungendo che “questa volta però ad essere coinvolte sono anche altre realtà, ognuna con un ruolo differente”.

“Di solito - prosegue - non affidiamo la prima accoglienza ad altri enti con molta facilità ma la grinta, l’entusiasmo, la passione e la voglia di mettersi in gioco di questi ragazzi ci ha spinti a dire di sì in tempi più rapidi del solito”. I costi dell’accoglienza non gravano sui cittadini, ma sono sostenuti dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. L’associazione On The Road Onlus, invece, amministra il finanziamento erogato, aiutando la famiglia nella gestione della casa e nella ricerca di un lavoro. “Il Comune - spiega il primo cittadino - ha il compito di facilitare l’inserimento del nucleo familiare nei servizi offerti ai cittadini". Il comitato, infine, si occupa della promozione e della sensibilizzazione dell’iniziativa.

La gioia della comunità

“Offida è una realtà piccola, solida e solidale” afferma Luigi Massa evidenziando che “la comunità ha accolto con  gioia ed entusiasmo i nuovi cittadini. Ci sono stati molti offidani che, una volta venuti a conoscenza dell’iniziativa, hanno dato la loro disponibilità per qualsiasi tipo di esigenza”. Un entusiasmo e una partecipazione riconosciute anche da Silvia Fabrizi, dell’associazione On The Road Onlus, che spiega come “di solito è difficile trovare strutture in affitto per questo tipo di esigenze. In questo caso, invece, siamo state persino contattate da una persona che ci ha offerto un suo appartamento: non c’era mai capitato. Molti offidani - aggiunge - ci fermano per strada per chiederci come stanno i loro nuovi concittadini”.

Il primo incontro

La famiglia siriana, composta da mamma, papà e un bimbo di 4 anni è arrivata a Offida lo scorso 27 giugno. “Il primo incontro con loro è stato qualcosa di indescrivibile. È stato un momento in cui le emozioni hanno preso il sopravvento” racconta Alessandra Premici che in questi giorni si sta occupando dell’inserimento del piccolo nella comunità. “Vederli arrivare, guardare il bimbo socializzare con i suoi coetanei ti fa capire quanto le realtà lontane fisicamente da noi sono in verità molto vicine perché, anche a chilometri di distanza, il desiderio di vivere una vita dignitosa è lo stesso. È un desiderio che annulla le differenze e ti fa capire che quello che concepisci come straniero in fondo non lo è” conclude Alessandra Premici.

Diffondere il modello in altre città

La notizia dell’attivazione del corridoio umanitario nel paesino marchigiano ha fatto velocemente il giro del web. “La novità - illustra Federica Brizi - ha mosso gli animi di altre città italiane. Sono molti i comuni che  ci stanno contattando per aprire dei corridoi. Noi ne siamo felici anche perché il progetto è ben strutturato che si può applicare anche ad altre realtà. Anzi, auspichiamo che venga adottato da molti” conclude Federica Brizi sottolineando che “quella dei corridoi è una delle tante forme di accoglienza e aggregazione possibile che permette alle persone di fuggire da guerra e sofferenze in modo sicuro”.

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21 luglio 2019, 08:33