Manifestanti a Karthoum Manifestanti a Karthoum 

Sudan. Forze di sicurezza sparano sui manifestanti: 9 morti

Testimoni riportano di colpi d’arma di fuoco sparati sui manifestanti che da mesi proseguono il sit-in davanti al quartier generale dell’esercito. Al centro della protesta la transizione dei poteri a un’autorità civile. Intervista all'africanista Raffaele Masto

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

E' salito a 9 morti e numerosi feriti in gravi condizioni il bilancio del blitz condotto questa mattina all'alba dalle forze della sicurezza sudanesi contro i rappresentanti della società civile in protesta a Khartoum. "I manifestanti sono stati sottoposti a un sanguinoso massacro nel tentativo di disperdere il sit-in", ha denunciato su Twitter l'Associazione dei professionisti sudanesi, che dal 22 dicembre porta avanti le proteste nel Paese.

La protesta

L'opposizione intende fare pressioni sulla giunta militare per uscire dallo stallo nelle trattative per la formazione di un governo civile. Nei giorni scorsi la giunta al potere in Sudan dopo la destituzione dell'ex Presidente Omar al Bashir, aveva definito il sit-in davanti al quartier generale delle Forze Armate una "minaccia" per la sicurezza. Lo scorso 28 maggio le opposizioni hanno effettuato due giorni di sciopero generale, a seguito del quale un portavoce del Consiglio militare transitorio aveva annunciato un intervento "nei limiti della legge" contro gli "elementi ribelli".

Violenze annunciate

Quelle di stamattina a Khartum sono violenze annunciate, sostiene Raffaele Masto, giornalista africanista ed esperto dell’area. “Si è capito – afferma Masto a Radio Vaticana Italia- che repressione avrebbe potuto cominciare da un momento all’altro subito dopo lo sciopero generale, molto partecipato, che ha dato la misura ai militari di quanto forti sono i dimostranti, che ormai raccolgono l’adesione di vasti strati della popolazione civile e da allora le trattative non sono mai riprese”.

Ascolta l’intervista a Raffaele Masto


 

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03 giugno 2019, 13:27