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Rapporto Sipri: Paesi Ue ai vertici delle esportazioni mondiali di armi

Sono una settantina i Paesi produttori ed esportatori di armi nel mondo. Stati Uniti, Russia, Francia, Germania e Cina rappresentano tre quarti del mercato internazionale. Ieri il monito di Papa Francesco per condannare l’ipocrisia degli Stati che predicano pace ma vendono armi a Paesi in guerra

Eugenio Serra e Matteo Petri – Città del Vaticano

“L’ira di Dio si scatenerà contro i responsabili dei Paesi che parlano di pace ma vendono armi per fare guerre”. Ieri, con queste parole,rivolte all’assemblea della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco), Papa Francesco ha condannato l’ipocrisia di chi predica la pace ma esporta armi. L'istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri) proprio in questi giorni ha presentato l’ultimo rapporto sulla proliferazione delle armi e spese militari.

Il rapporto Sipri

Ammonta a quasi 2.000 miliardi di dollari la spesa mondiale, nel 2018, per le armi pesanti e le forze militari. Un numero impressionante cui vanno anche aggiunti i guadagni derivanti dal mercato sommerso. Il Sipri colloca, complessivamente, i 28 Paesi aderenti all’Unione Europea al secondo posto tra gli esportatori mondiali di armi.

Il ruolo dell’Europa

“I Paesi dell’Unione Europea - spiega a Vatican News Maurizio Simoncelli, vicedirettore di Archivio Disarmo - sono tra i primi 10 esportatori di armi.  Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia e Olanda insieme a Stati Uniti, Russia, Israele e Cina controllano il 90% del mercato mondiale”. “Il rapporto Sipri evidenzia come questi sei Paesi europei collochino nel complesso l’Unione europea anche al secondo posto tra i produttori mondiali di armi”. Simoncelli spiega inoltre che l’incremento delle spese militari europee ha inciso nell’aumento complessivo di 322 miliardi di dollari dalla fine della Guerra fredda al 2018.

I Paesi importatori

I maggiori acquirenti di armi sono i Paesi dell’aera asiatica. “Arabia Saudita, India, Egitto, ma anche Australia, Cina e Emirati Arabi sono gli Stati che più acquistano armi”. “Includendo anche Algeria, Corea del Sud e Vietnam - precisa il vicedirettore di Archivio Disarmo – si arriva a più del 50% delle armi acquistate nel mondo”.

Ascolta l'intervista a Maurizio Simoncelli

Inapplicati i trattati internazionali di proliferazione di armi

“A livello internazionale, pochi anni fa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato un trattato internazionale per contrastare il commercio delle armi - sottolinea Simoncelli - ma il problema è che, molti dei Paesi che hanno aderito, producono armi. Cina, Usa e Russia, inoltre, non lo hanno sottoscritto”. Simoncelli ha quindi concluso rimarcando la totale inefficacia del trattato, non rispettato neanche dall’Italia, attualmente coinvolta in commerci di armi con Paesi in guerra.

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11 giugno 2019, 17:05