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Al via la Consulta italiana antiusura. 8.000 famiglie aiutate ogni anno

L’organismo della Cei riunito a Milano rifletterà sul crescente sovraindebitamento delle famiglie italiane e sul fenomeno del gioco d’azzardo

Marco Guerra – Città del Vaticano

Si è aperta oggi a Milano l’Assemblea annuale della Consulta Nazionale Antiusura. I lavori odierni sono dedicati all’approvazione della Relazione al Bilancio 2018, mentre domani, sabato 22, sarà la volta del bilancio preventivo del 2019, a cui seguirà una Tavola Rotonda aperta al pubblico.

32 fondazioni impegnate sul territorio

L’organismo socio assistenziale della Conferenza episcopale italiana è formato da 32 fondazioni, collegate alle diocesi e alle caritas territoriali, che da 24 anni riescono ad offrire, in modo capillare, il loro servizio alle famiglie strozzate dai debiti. L’Assemblea è stata aperta da mons. Stefano Russo, Segretario Generale della Cei, e si concluderà con la Santa Messa presieduta da mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano.

I temi al centro dei lavori

La dilagante piaga dell’usura, il crescente sovra indebitamento delle famiglie, l’inarrestabile fenomeno dell’azzardo, il Codice del Terzo Settore, l’avvicendamento di don Benoni Ambarus alla presidenza della Fondazione Antiusura “Salus Populi Romani” di Roma, sono alcuni dei punti all’ordine del giorno su cui l’organismo ha lavorato nell’ultima riunione dell’anno.

Maurizio Fiasco: usura colpisce sempre più classe media

Lo scivolamento verso l’insolvenza e l’usura di famiglie appartenenti alla classe media e la mancata applicazione dell’articolo 14 (legge contro l’usura) alle persone fisiche, sono le due emergenze indicate Maurizio Fiasco, Consulente della Consulta nazionale antiusura, in un’intervista a Vatican News:

Ascolta l'intervista a Maurizio Fiasco

R. – Ci due problematiche principali. Una è lo scivolamento nell’insolvenza cronicizzata, quindi nel fallimento economico, anche di famiglie fino a pochi anni fa in perfetto equilibrio, quindi famiglie non necessariamente poverissime o che hanno contratto rapporti con credito illegale. E questo è un tema generale dell’Italia: c’è stato un aumento del 53% dei casi di famiglie con insolvenze irreversibili. L’altro, sono le  modalità di usura che richiederebbero anche la denuncia penale ma questo passaggio è frenato al fatto che l’art. 14 della Legge antiusura non si applica alle persone fisiche, cioè non si applica a una famiglia che ha ricevuto un prestito di sussistenza oppure si è indebitata perché un familiare è coinvolto nel problema del gioco d’azzardo. E questa è una richiesta storica che la Consulta fa, che l’art. 14 non rimanga riservato alle imprese ma si estenda a tutti i soggetti che patiscono questo problema. Queste sono le due emergenze.

La Consulta attiva anche iniziative concrete: c’è la collaborazione con l’autorità giudiziaria … come si articola il suo lavoro sul territorio?

R. – Laddove è possibile, la Consulta – tutte le 30 fondazioni – aiuta la costituzione di parte civile, fa un’opera di mediazione nel rapporto con le autorità dello Stato affinché la vittima dell’usura non venga lasciata sola ma ci sia non un’attenzione burocratica ma un’attenzione di servizio, come ci si dovrebbe aspettare sempre. C’è una presa in carico della persona, della famiglia di tutto il suo nucleo che anche in sinergia con le Caritas viene assistito, preso in carico e seguito passo passo con i vari strumenti che sono disponibili: quello del Fondo di garanzia dello Stato, quello con fondi […] derivanti dall’8 per mille della Chiesa cattolica, quello oggetto anche di donazioni che le fondazioni ricevono.

Quindi c’è una rete di parrocchie, di diocesi sul territorio, che in Italia è una vera ricchezza per queste persone in stato di necessità …

R. – Sì: di fatto è l’unico modo di accedere a una soluzione da una crisi gravissima come quella portata dall’indebitamento patologico o peggio dall’usura. Questo è un vanto ma è anche un’amarezza, nello stesso tempo. Un vanto perché comunque è un quarto di secolo che con continuità le diocesi e le fondazioni operano, confortate dall’aiuto delle comunità locali; un’amarezza, perché questo tema è rimasto appeso e le istituzioni non se ne fanno carico, anzi: nel discorso pubblico questo tema è completamente ignorato, mentre – come accade in altri Paesi – dovrebbe esserci anche una politica pubblica specifica. Lo richiede il principio di solidarietà ma anche l’interesse generale di ripresa economica e sociale del nostro Paese. Mezzo milione di case sono state messe all’asta – tanto per dare un’idea …

C’è un identikit delle persone che cadono nell’usura, delle famiglie colpite da questa piaga?

R. – Sì, un identikit che si è molto diversificato nel corso degli anni. Inizialmente, con l’opera pastorale di padre Massimo Rastrelli noi scoprimmo il debito come prestito di sussistenza, quindi le famiglie povere. Ma adesso riguarda anche il ceto medio, riguarda anche molti pensionati che si sono indebitati e rischiano l’usura o addirittura coprono debiti usurari dei loro congiunti perché nella famiglia non c’è ricambio nell’afflusso di reddito; insomma, per capirsi, la famiglia-tipo che si regge grazie all’apporto del pensionato convivente e che contiene un ultratrentenne senza lavoro è un caso ricorrente, nelle attività delle fondazioni.

Domani mattina presenterete anche il bilancio della Consulta: quindi ci sono moltissime persone aiutate, fondi erogati … c’è un impegno veramente importante …

R. – Sì. Un dato di insieme: ogni anno sono circa 8 mila le famiglie che vengono seguite. Sembra una goccia in un mare, ma è una goccia che si vede, una goccia che mostra che è possibile fare qualcosa. E allora non si capisce perché questa responsabilità non venga condivisa su una scala generalizzata. Se è possibile agire, non si può accettare che non si agisca.

 

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21 giugno 2019, 14:31