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I genitori di Vincent Lambert I genitori di Vincent Lambert 

Vicenda Lambert: Corte d’Appello di Parigi ordina la ripresa dei trattamenti

All'ospedale di Reims, in Francia, il 42enne tetraplegico era stato sedato e gli era stata tolta l'idratazione. Nella notte l'alt dei magistrati che accolgono il ricorso della famiglia per la ripresa dei trattamenti fino alla pronuncia del comitato dell’Onu. Il Papa in un tweet: custodire sempre la vita, no a cultura dello scarto

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

Quella di ieri è stata una giornata drammatica per Vincent Lambert, l'uomo in stato vegetativo da oltre 10 anni e diventato il simbolo del diritto al fine vita in Francia. Dopo un conflitto decennale che sembrava finito, tra fazioni politiche, familiari e tribunali, il medico - come previsto – aveva annunciato in mattinata la sospensione dei trattamenti. Polemiche, disperazione dei genitori, poi in serata il colpo di scena: la corte d'Appello di Parigi ha ordinato la ripresa dei trattamenti fino a quando un comitato dell'Onu, al quale i legali dei genitori hanno inviato uno dei tanti ricorsi, non si sarà pronunciato.

Tutto dipende ora dalla decisione degli esperti Onu

"E' una grande vittoria – ha gridato l'avvocato Jean Paillot. - La Francia è obbligata ad applicare le disposizioni della convenzione internazionale!". I legali, dopo aver perso ormai sia nei tribunali francesi in ogni istanza, sia davanti alla Corte europea dei diritti umani, avevano fatto ricorso il 3 maggio al Comitato internazionale per i diritti dei disabili delle Nazioni Unite. Tale istanza aveva chiesto allo Stato francese di attendere per 6 mesi l'esame del comitato "sul fondo" della questione. Il tribunale francese non aveva accolto la richiesta, ma in appello i genitori hanno ottenuto una vittoria, anche se soltanto sospensiva. Per altri sei mesi, tutto resta appeso alla decisione che arriverà dagli esperti Onu.

Gli appelli del Papa: solo Dio è padrone della vita

Ieri senza nominare espressamente la vicenda Lambert, Papa Francesco aveva twittato a metà giornata: "Preghiamo per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall'inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto".

Il Papa l’anno scorso aveva lanciato due appelli pubblici per Vincent Lambert, accostandolo alla vicenda del piccolo Alfie Evans. Il 15 aprile 2018, in occasione del Regina Caeli, aveva detto:

Affido alla vostra preghiera le persone, come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari. Sono situazioni delicate, molto dolorose e complesse. Preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita.

Tre giorni dopo, al termine dell’udienza generale del 18 aprile 2018, un nuovo appello:

Attiro l’attenzione di nuovo su Vincent Lambert e sul piccolo Alfie Evans, e vorrei ribadire e fortemente confermare che l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio! E il nostro dovere, il nostro dovere è fare di tutto per custodire la vita.

Mons Aupetit: scelta tra civiltà dello spreco o dell'amore

Anche l'arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, è intervenuto contro la decisione dei medici di sospendere le cure palliative per Vincent Lambert. Nel suo comunicato, mons. Aupetit ha fatto un paragone con il caso dell'ex campione di Formula 1 Michael Schumacher, affermando che "malgrado la sua celebrità", nel suo caso "i media non si sono appropriati di questo caso medico e lui può godere di cure specialistiche e attente nel settore privato". Secondo il prelato, Lambert "ha gli occhi aperti, respira normalmente, è in uno stato stabile e niente affatto in fin di vita". Per mons. Aupetit ci troviamo di fronte "ad una scelta di civiltà molto chiara" della nostra società: considerare gli esseri umani come "robot funzionali" che possono essere eliminati "quando non servono più", oppure ritenere "che l'umanità si basi, non sull'utilità di una vita, ma sulla qualità delle relazioni fra le persone, che rivela l'amore". La decisione di sospendere le cure di base per un paziente disabile, è contraria alla legge Leonetti, ha osservato l’arcivescovo di Parigi. Inoltre, nel suo caso, non si tratta di "accanimento terapeutico" in quanto non siamo di fronte ad un malato terminale, ma semplicemente ad un uomo che ha bisogno di cure corporee e nutrizionali di base, dovute anche ad anziani non autosufficienti o neonati prematuri. Ancora una volta – afferma mons. Aupetit - ci troviamo di fronte ad una scelta decisiva: la civiltà dello spreco o la civiltà dell'amore.
 

Comunità Papa Giovanni XXIII pronta ad accogliere Vincent in una casa famiglia in Francia

«Siamo pronti ad accogliere Vincent Lambert in una nostra casa famiglia in Francia». E' quanto ha dichiarato Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità fondata da don Benzi, in seguito alla notizia dell'avvio della procedura di stop all'alimentazione e idratazione dell'uomo di anni 42 rimasto tetraplegico a cui in seguito la Corte d’Appello di Parigi ha ordinato la ripresa del trattamento. «Dalla nostra esperienza quotidiana sappiamo che laddove persone gravemente malate sono accolte nel calore di una famiglia, allora ritrovano nuove vie di comunicazione e persino il sorriso. - continua Ramonda – Assistiamo al paradosso di una cultura eutanasica: Vincent viene prima salvato dopo l'incidente, fatto uscire dal coma, curato ed infine lasciato morire di fame e di sete, una morte terribile»

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21 maggio 2019, 07:18