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Biodiversità animale e vegetale Biodiversità animale e vegetale 

Il Papa ricorda la biodiversità: “tutto è carezza di Dio”

“La nostra biodiversità, il nostro cibo, la nostra salute”: è il tema della Giornata internazionale per la biodiversità 2019. Allarme dell’Onu: rischiamo di perdere un milione di specie animali e vegetali. Intervista a Federica Barbera esperta di Legambiente

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

“Ogni creatura ha una funzione, nessuna è superflua”, scrive Francesco in un tweet nell’odierna Giornata istituita dall’Onu per celebrare la Convenzione  sulla diversità biologica, adottata nel 1992, a tutela della varietà degli organismi viventi animali e vegetali. “Tutto l’universo – sottolinea il Papa - è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi: suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio”.

La biodiversità è parte di noi

La scienza ci conferma che “la diversità biologica è vitale per la salute e il benessere dell'uomo”, ricorda António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite. “La qualità dell'acqua che beviamo, del cibo che mangiamo e dell'aria che respiriamo – aggiunge - dipende dal mantenimento di un mondo naturale in buona salute". Ma ancor di più “la biodiversità è parte di noi, perché noi umani siamo parte della natura", osserva Cristiana Paşca Palmer, segretario esecutivo della Convenzione sulla diversità biologica.

Cambiare stili di e abitudini di consumo

“La nostra biodiversità, il nostro cibo, la nostra salute” è il tema della Giornata 2019 focalizzata a sollecitare l’adesione di tutti alle ragioni di una tutela della diversità, che richiede cambiamenti negli stili di vita e abitudini di consumo delle persone.  L’Onu indica sette obiettivi: ridurre il consumo di carne; mangiare e acquistare alimenti di stagione; comprare prodotti alimentari locali; ridurre lo spreco di cibo; compostare gli avanzi di cibo; ridurre gli imballaggi alimentari utilizzando sacchetti riutilizzabili o riutilizzando barattoli o contenitori in vetro, evitare la plastica monouso come cannuce di plastica, tazze da caffè, posate, contenitori da asporto o bottiglie d'acqua; promuovere la biodiversità locale e autoctona per l'alimentazione e la nutrizione.

Le responsabilità della politica

Sono dunque passati 27 anni dalla firma Convenzione sulla biodiversità, ratificata ad oggi da 196 Paesi. Tante azioni sono stati fatte, specie in ambito europeo, ma moltissimi gli obiettivi ancora da raggiungere, come spiega Federica Barbera dell’Ufficio Aree protette e Biodiversità di Legambiente.

Ascolta l'intervista a Federica Barbera

R. – Possiamo dire che siamo a buon punto. Abbiamo fatto dei grandi passi in avanti: è stato istituito il network europeo di aree protette, Rete Natura 2000, che in questi 27 anni è riuscita portare a livelli di conservazione circa 231 habitat e a proteggere oltre 1200 specie a rischio. Quindi è stato fatto tanto, però c’è ancora tantissimo da fare a livello di gestione politica della Rete, a livello di strumenti finanziari a disposizione delle aree protette per frenare quello che ormai è il declino di biodiversità a cui stiamo assistendo da molti anni.

Ogni anno vengono pubblicati dall’Onu e da organizzazioni non governative rapporti allarmanti sulla biodiversità. Quali azioni, più urgenti, sono da intraprendere?

R. - Proprio oggi l’Onu ci lancia un allarme: stiamo rischiando di perdere circa 1 milione di specie a livello globale, con tassi di estinzione di 100 volte superiore alla media. Quindi bisogna assolutamente rinforzare le politiche comunitarie e portare avanti nuovi progetti di conservazione attiva, perché le cause di perdita di biodiversità sono molte: dai cambiamenti climatici, all’inquinamento, alla perdita e alla frammentazione degli habitat, al sovra-sfruttamento delle risorse. Quindi davvero tantissimo impegno è ancora richiesto ai governi.

L’Onu quest’anno ha fissato alcune regole che richiedono l’impegno diretto delle persone nelle abitudini alimentari, nell’utilizzo di materiali sostenibili e nello smaltimento di rifiuti. Quanto è importante che tutti si assumano responsabilità in prima persona?

R. - È importantissimo e fondamentale. Questa giornata cade subito dopo una gran bella notizia: il Consiglio d’Europa ha dato l’ultimo via libera formale alla Direttiva sul bando della plastica monouso, quindi dal 2021 non potranno più essere usati piatti, bicchieri e cannucce. Quindi anche noi dobbiamo cambiare i nostri consumi e lo possiamo fare anche molto facilmente: basta sostituire tanti strumenti, prodotti di plastica con materiali biodegradabili e compostabili o con materiali riutilizzabili. Nella nostra vita quotidiana sono tanti i piccoli accorgimenti che possiamo mettere in campo, come ad esempio portarci una borraccia per riempirla con acqua del rubinetto, sostituire le borse della spesa - che già sono in materiale biodegradabile - con delle sportine di tela. Quindi tanti piccoli impegni che noi chiediamo a tutti di mettere in campo, perché ovviamente parte da noi l’impegno per la tutela dell’ambiente, soprattutto sul piano dell’inquinamento, che ormai sappiamo essere una delle più grandi emergenze ambientali dei nostri anni. Nei nostri mari italiani abbiamo accumulato 10 milioni di tonnellate di plastica. Recentemente abbiamo pubblicato un’indagine dei rifiuti spiaggiati sulle coste tirreniche e adriatiche: abbiamo esaminato 93 spiagge e vi abbiamo trovato circa 980 rifiuti ogni 100 metri, di cui l’80 per cento in plastica. Quindi anche in questo caso è importante usare sicuramente meno plastica ma anche smaltirla nel modo corretto: riciclare meglio, di più, ed usare prodotti alternativi e ovviamente la regola base è non buttare via mai nulla nell’ambiente.

 

 

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22 maggio 2019, 14:15