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L'emiciclo del Parlamento europeo con i giornalisti che hanno seguito i risultati del voto L'emiciclo del Parlamento europeo con i giornalisti che hanno seguito i risultati del voto  

Elezioni europee: nuovo Parlamento a netta maggioranza europeista

Gli euroscettici crescono ma non sfondano, le famiglie politiche tradizionali - Popolari e Socialisti - perdono consensi, ma ne conquistano di nuovi i Liberali e soprattutto i Verdi, che sorprendono sia in Germania che in Francia. L'affluenza ha superato il 50%

Sergio Centofanti - Città del Vaticano

Questa la composizione del nuovo Parlamento dell’Ue secondo dati ancora provvisori: Popolari primi con 180 seggi, seguiti da socialisti e democratici con 152, poi i liberali a 105. Quarti i Verdi con 67 eurodeputati, seguiti dai conservatori a 61, mentre l'Enf (Europa delle nazioni e libertà, i cosiddetti “sovranisti”) ne avrebbe 57 e l'Efdd (Europa della libertà e della democrazia diretta) 54. Popolari e S&D senza maggioranza assoluta. L'affluenza è stata pari al 50,5% in tutta l'Unione, 8 punti in più rispetto al 2014.

Risultati in alcuni Paesi

In Germania, la Cdu/Csu rimane la prima forza politica. A sorpresa i Verdi al secondo posto. Crollano i socialdemocratici della Spd. In Francia, il Rassemblement National di Marine Le Pen supera la lista europeista Renaissance di Emmanuel Macron. Bene i Verdi che sono al terzo posto. Socialisti fermi al 7%. In Italia la Lega è il primo partito, seguito dal Pd. Crollano i 5stelle. Cambia tutto nel Regno Unito: vince il Brexit Party di Nigel Farage. A seguire liberaldemocratici, laburisti e verdi. Crollano i conservatori, scesi al quarto posto con il 9%. In Spagna vincono i socialisti del premier Pedro Sanchez. In Grecia, vince il partito conservatore Nuova democrazia, sconfitta la sinistra del premier Alexis Tsipras che annuncia elezioni anticipate. In Ungheria, stravince il partito nazionalista del premier Victor Orban. In Romania i primi exit poll danno testa a testa il partito socialdemocratico al governo (Psd) e il principale partito di opposizione, il Pnl (Partito nazionale liberale). In Austria i popolari dell'Oevp sono in testa con il 34,5%, davanti ai socialdemocratici, che hanno il 23,5% ed al partito di estrema destra Fpoe, che si ferma intorno al 17,5%. In Portogallo, vince il Partito Socialista del primo ministro António Costa. Crolla il principale partito di opposizione, il Partito Social-Democratico (PSD), di centrodestra, al suo minimo storico. Nei Paesi Bassi, i Laburisti, il principale partito di centrosinistra del paese, sono arrivati primi, seguiti dal partito centrista del primo ministro Mark Rutte. Gli euroscettici del Forum per la Democrazia sono arrivati solo quinti. In Polonia vince il partito nazionalista al governo “Diritto e Giustizia”, superando di quattro punti il cartello dei partiti di opposizione chiamato Coalizione Europea. In Svezia, sono in testa i Socialdemocratici davanti al Partito Moderato, di centro-destra, e ai Democratici Svedesi, nazionalisti di estrema destra.

L’affluenza ha superato il 50%

“L’esercizio unico, transnazionale e democratico” che sono le elezioni europee si è concluso con un’affluenza al voto del 50,5%. È il dato parziale diffuso da Jaume Duch, portavoce del Parlamento europeo nel cuore della notte. Il dato suscita lo stupore e il plauso di tutti i gruppi politici.

L'esperto: dalle urne un'Europa frammentata

Rocco Pezzimenti, docente alla Lumsa di Filosofia Politica e Storia della Dottrina Politiche, analizza al microfono di Francesca Sabatinelli l’esito delle urne da quale emerge, spiega, “che l’Europa è frammentata”, nessuno sfonda, sottolinea Pezzimenti, ma una maggioranza vera e propria è difficile da ricavare. L’Europa sta a cuore degli europei, prosegue, analizzando la frammentazione anche da un punto di vista culturale: “Siamo passati da un’Europa ingessata ma oggettiva da un punto di vista dei valori ad un’Europa decisamente soggettiva, individualista e quindi frammentata”.

Il successo dei Verdi

Per Pezzimenti, “i grandi partiti tradizionali non si sono mai disinteressati della questione ecologica”, però il grido dei verdi colpisce anche una insicurezza degli europei, quella ambientale. Ecco che quindi Paesi evoluti la Germania e quelli del nord Europa lanciano l’allarme e questo dovrebbe “essere una riflessione per far sì che l’Europa conti di più in un contesto internazionale”.

Salvini e la Le Pen in Italia e Francia

I risultati di Italia e Francia seguono scenari diversi. Per Pezzimenti “i timori dei francesi e degli italiani non hanno molto in comune”. La Lega raccoglie non solo chi critica, chi non si sente sicuro o chi è contro gli immigrati. La questione è che i partiti “tradizionali non hanno saputo intercettare paure e ansie di cambiamenti di una certa parte della popolazione in Italia e in parte anche in Francia che ha più dell’Italia il senso dello stato, dell’unità e quindi il senso dell’identità”. La differenza per Pezzimenti sta nel fatto che la Le Pen in Francia non trova alleati, così come dimostrato dalle presidenziali, “quando va al ballottaggio la Francia si schiera totalmente contro di lei”, non è pensabile quindi, conclude Pezzimenti, che possa esserci in Francia un’ipotesi all’italiana come la Lega al governo.

Ascolta l'intervista al prof. Pezzimenti

 

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27 maggio 2019, 08:23