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Celebrazione del centenario di Save the Children Celebrazione del centenario di Save the Children 

Cento anni di Save the Children. Mattarella: grazie per ciò che fate

Al Maxxi di Roma le celebrazioni per il Centenario di fondazione dell’Organizzazione, a fianco dei bambini di tutto il mondo

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

"Grazie per ciò che avete fatto, fate e farete, perché grazie è l’unica parola efficace". Il presidente Sergio Mattarella si è rivolto così ai vertici di Save The Chidren Italia intervenendo alla celebrazione del centenario dell’organizzazione. I bambini vittime delle guerre, feriti nei conflitti, suscitano una “commozione” che, ha sollecitato Mattarella, non deve essere “effimera e senza risultati concreti”. “Sentire la Repubblica italiana dire grazie al lavoro di Save The Children è stato commovente”, racconta a Radio Vaticana Italia Valerio Neri, direttore generale di Save The Children  Italia.

Ascolta l'intervista a Valerio Neri

Nata nel 1919 in Gran Bretagna per iniziativa dell’attivista Eglantyne Jebb, sono ormai cento anni che l’organizzazione interviene nel mondo al fianco di piccoli. Fu Benedetto XV nell’Enciclica ‘Paterno Iam Diu’ ad affrontare la questione dei bimbi afflitti dal primo conflitto mondiale, a chiedere alle diocesi di raccogliere fondi per Save The Children.”La Eglantyne Jebb era talmente visionaria che incontrò Benedetto XV”, racconta il presidente di Save the children Italia, Claudio Tesauro per il quale oggi Papa Francesco “è al fianco dell’organizzazione sulla difesa dei valori fondamentali dell’accoglienza e dell’integrazione”.

Ascolta l'intervista a Claudio Tesauro

“Stop alla guerra sui bambini” la nuova campagna di Save the Children

In questo anno del suo centenario, l’organizzazione lancia la campagna globale “Stop alla guerra sui bambini” per dire basta alle sofferenze che 420 milioni di minori, 1 su 5 al mondo, soffrono nelle aree di conflitto. “Un numero doppio rispetto a quello registrato alla fine della guerra fredda”, dice Filippo Ungaro, direttore della comunicazione dell’organizzazione.

Ascolta l'intervista a Filippo Ungaro

Nel 2017 sono stati bombardati oltre 1400 edifici scolastici e sono 27 i milioni di bambini sfollati a causa delle guerre e a non avere più accesso all’educazione. In qualsiasi teatro di guerra, in qualsiasi angolo del mondo negli ultimi cento anni Save The Children è stata presente, oggi sono Siria e Yemen i Paesi maggiormente devastati in entrambi si contano 2 milioni di bambini fuori dai sistema scolastico. “Sono due Paesi – continua Ungaro – in cui vivere è diventato impossibile per un bambino. Stiamo spezzando il futuro di intere generazioni che in questi due Paesi vivono sotto le bombe e sotto il fuoco di centinaia di milizie”.

Presente da venti anni in Italia, l’organizzazione ha dato il via il nuovo progetto Per Mano per garantire a mille bambini nati in Italia in condizioni di povertà il supporto di cui hanno bisogno sin dal momento della nascita.

Il sogno è che Save the Children non abbia più motivo di esistere

Il giorno più bello sarà quando Save The Children non avrà più motivo di esistere: dice l’attore Cesare Bocci, ambasciatore dell’organizzazione che, con l’attrice Anna Foglietta, già testimonial negli anni passati, ha preso parte all’evento al Maxxi. “Il sogno – dice Bocci – sarebbe quello di svegliarsi lo stesso giorno del prossimo anno e festeggiare un altro anniversario: quello della chiusura di Save the children e delle altre organizzazioni che debbono occuparsi della sofferenza dei bambini e delle persone in giro per il mondo”.

Ascolta l'intervista a Cesare Bocci

Ed è proprio Anna Foglietta a sollecitare la partecipazione a “Tutti giù per terra”, evento dal 13 al 19 maggio presso il Maxxi, esperienza immersiva ad alto impatto emotivo che farà sperimentare in prima persona cosa significhi essere un bambino in un paese in guerra. 

Ascolta l'intervista a Anna Foglietta

"Sono al fianco di Stc – spiega quindi la Foglietta – perché credo che facciano un lavoro straordinario. Non si può dormire sereni se si pensa ai propri figli e non ai figli degli altri che sono colpiti quotidianamente dai bombardamenti”.

Ogni bambino, è pensiero comune, è un bambino di tutti e nei loro confronti tutti hanno una grande responsabilità.

 

 

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13 maggio 2019, 16:23