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Elezioni in Benin: la Chiesa prega che il voto sia pacifico

Oggi il Benin vota per eleggere l'Assemblea nazionale e il presidente della Repubblica, e la Chiesa è impegnata a stemperare le tensioni e a formare i cittadini al voto. Intervista al missionario comboniano Elio Boscaini

Giordano Contu - Città del Vaticano

Oggi gli elettori del Benin votano per il rinnovo della classe politica. Saranno eletti gli 83 membri dell’Assemblea nazionale e il presidente della Repubblica. La Chiesa prega perché le elezioni siano pacifiche. Il Paese è afflitto da varie tensioni perché i partiti di opposizione si sono sentiti esclusi dalla competizione. La Commissione elettorale nazionale indipendente (Cena) infatti, lo scorso marzo, aveva ammesso solo due partiti: i progressisti e i repubblicani. Entrambi vicini all’attuale presidente Patrice Talon, denunciano i partiti di minoranza. “La situazione nel Paese è relativamente tranquilla”, spiega il missionario comboniano Elio Boscaini. Tuttavia “la reazione della società civile è stata imponente, con manifestazioni e proteste”, soprattutto a Cotonou, nella Sud del Paese. Le manifestazioni sono però state represse con metodi brutali, secondo quanto ha denunciato Amnesty International. “L’ ondata di arresti arbitrari di militanti politici e di giornalisti e la repressione di manifestazioni pacifiche ha raggiunto un livello allarmante” afferma Amnesty International. “Proibire le proteste pacifiche e arrestare le persone che denunciano l'esclusione dei partiti di opposizione farà solo accrescere i disordini politici” avverte l’Ong per la difesa dei diritti umani.

La Chiesa forma al voto

La popolazione percepisce queste scelte come una minaccia alla trasparenza e alla credibilità delle elezioni. Per questo nei giorni scorsi i vescovi del Benin avevano invitato alla comprensione reciproca e alla tolleranza con un messaggio dal titolo "La pace: un fiore fragile". “Dopo tre decenni di esperienza democratica, - scrivono i vescovi - il Benin si trova di fronte ad una situazione inedita: delle elezioni legislative alle quali partecipano solo due partiti della stessa area politica”. La Chiesa ha avviato una iniziativa per formare i cittadini al voto e durante le omelie ricorda ai fedeli che il voto è un loro diritto, oltre che un dovere, e che devono esprimersi secondo coscienza. Boscaini ricorda che “la Chiesa gioca un ruolo molto importante” in questi casi: “a presiedere l’Assemblea che in 12 giorni impose al Paese la democrazia c’era l’arcivescovo ausiliario cattolico di Cotonou”.

Le elezioni del 28 aprile

Il Benin è considerato una democrazia modello nell'Africa occidentale, sia per la sua democrazia multipartitica, sia per la sua tolleranza religiosa. “E’ stato il primo Paese dell’Africa francofona, ma direi di tutta l’Africa”, ricorda il missionario, “che si è adeguato al sistema democratico”. Oggi milioni di votanti sono chiamati alle urne. I partiti di opposizione e alcuni osservatori internazionali hanno criticato la scelta della Commissione elettorale di ammettere solo due partiti su sette. Il motivo sarebbe legati a presunte irregolarità dei documenti presentati. La Conferenza episcopale del Benin l’ha definita "una situazione senza precedenti".

 

Ascolta l’intervista a Elio Boscaini

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27 aprile 2019, 08:35