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Congo. La peggior epidemia di Ebola di sempre

Oltre 700 volontari della Federazione Internazionale della Croce Rossa sono impegnati nelle aree della Repubblica del Congo più colpite dal virus, e l'OMS ha indetto una riunione per valutare se l'epidemia costituisca anche un'emergenza internazionale

Matteo Petri – Città del Vaticano

L'epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo sta peggiorando, mentre la fiducia nello sforzo di una risposta efficace vacilla. Lo afferma la Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. L'allarme fa seguito all'individuazione di 18 nuovi casi. Secondo quanto riportato dal bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha riunito il comitato per valutare se l'epidemia costituisca un'emergenza internazionale. 

"Dall’agosto dell’anno scorso - spiega a Vatican News, Emanuele Capobianco, direttore del Dipartimento Salute della Federazione Internazionale della Croce Rossa in Congo - il Paese sta sperimentando la più grave epidemia di ebola mai registrata prima. Su 1.200 casi quasi 800 si sono rivelati mortali. La situazione è difficile - aggiunge - perché la trasmissione del virus sta avvenendo nel Kivu del Nord, zona caratterizzata da conflitti e da migrazioni, dove l’accessibilità per gli operatori sanitari è molto difficile".  

Ascolta l'intervista di Emanuele Capobianco

Fondamentale per Capobianco, instaurare con le comunità locali rapporti di fiducia per combattere la diffidenza nei confronti dei soccorritori della Croce Rossa. "La nostra ricerca ed esperienza - sottolinea -  dimostrano che quando si realizza un intenso coinvolgimento delle comunità, l'accettazione dell'assistenza esterna migliora significativamente".

Un altro importante fronte su cui la Federazione Internazionale sta lavorando è quello delle sepolture, in quanto la "sepoltura sicura e dignitosa delle vittime di Ebola - conclude il direttore del Dipartimento della Salute - è un intervento critico per prevenire la diffusione delle malattie, poiché i cadaveri sono particolarmente contagiosi". 

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12 aprile 2019, 16:13