Mozambico: in arrivo nuovi aiuti umanitari

E' emergenza umanitaria e ambientale su tutto il territorio costiero del Mozambico, dove oltre alle circa 700 vittime ancora da accertare, circa 2 milioni di abitanti vivono senza cibo, acqua potabile e abitazioni stabili. Intanto cominciano ad arrivare i primi aiuti umanitari da tutto il mondo

Camillo Barone – Città del Vaticano

Cominciano ad essere più chiare da giorni le conseguenze del disastro del ciclone Idai in Mozambico, abbattutosi in particolare sulla città di Beira, nella provincia di Sofala. Secondo fonti delle Nazioni Unite, le vittime del ciclone superano le 750 unità, ma si pensa che il numero possa continuare a salire di molto. Ciò che più spaventa le autorità nazionali ed internazionali sono i due milioni di sfollati interni che stanno migrando verso l’interno del Paese: dallo scorso 14 marzo vivono infatti in condizioni precarie, senza acqua potabile, cibo, medicinali e abitazioni stabili, dato che le acque hanno sepolto quasi interamente la città di Beira. Spedizioni di medici specializzati sono arrivati nella giornata di ieri da molti Paesi europei, inclusa l’Italia, e centro-nord americani.

Console Massucco: alto rischio di epidemia di colera, aiuti umanitari in arrivo

La necessità della presenza di medici specializzati è più che mai urgente, perché come ha riferito ai microfoni di Radio Vaticana Italia Guido Massucco, Console onorario del Mozambico a Torino, che si trova a Maputo da due settimane, “l’unica sala ospedaliera aperta a Beira è quella di ostetricia”, che però sta funzionando con grandi impedimenti di carattere tecnico. Il Console Massucco ha inoltre confermato che il team dei 35 medici specializzati della Regione Piemonte è arrivato a Beira per cominciare il lavoro. Altre spedizioni di medici sono in arrivo da Rivoli, grazie al supporto della Croce Rossa Italiana, e da Saluzzo. “La città di Beira è stata costruita sotto il livello del mare, e a questo punto dopo il ciclone Idai si pensa di spostarla e ricostruirla altrove. Il rischio di un’epidemia di colera è più alto che mai”, così ha concluso poi Massucco.

Ascolta l'intervista al console Massucco

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26 marzo 2019, 14:38