Ciclone Idai: la minaccia del colera

Il numero ufficiale di morti è di 493 persone su un totale di 839.748 persone colpite, mentre sono 168.946 le famiglie interessate. Sono gli ultimi dati aggiornati forniti all’Agenzia Fides da Medici con l'Africa Cuamm sulle drammatiche conseguenze del passaggio del ciclone Idai in Mozambico. Ma lo spettro ora è l’epidemia di colera

“Vi sono i primi casi di colera confermati dal governo” riferisce il Cuamm. Le autorità e le diverse organizzazioni umanitarie si stanno attivando per costruire i centri per la cura del colera in tutti e 4 i distretti interessati (Dondo, Buzi, Nhamatanda e Beira). Medici Senza Frontiere ha già costruito i primi centri. Domenica arrivano 800.000 dosi di vaccino contro il colera, e prossimamente ne arriveranno altre 300.000 poiché la popolazione da vaccinare è di 1.300.000 persone. La campagna di vaccinazione verrà avviata mercoledì 3 aprile. Sono state ordinate inoltre dosi di vaccini per morbillo.

Msf: la difficoltà di curare i casi di colera

"In un Paese dove il colera è endemico – afferma Ivan Alejandro Pulido Tarquino, epidemiologo di Medici Senza Frontiere - è sufficiente un caso confermato tramite analisi di laboratorio per dichiarare ufficialmente l'epidemia. In un centro di trattamento d'urgenza sono stati confermati 130 casi di cui 5 morti fino a oggi, ma la copertura di informazioni al momento è ancora insufficiente, perché molte strade sono impraticabili e il sistema stesso di notificazione dei casi è stato gravemente colpito", dice ancora. "Non ci sono risorse umane, i registri sono stati rovinati dalla pioggia e dalle acque, i centri stessi sono senza stanze perché non ci sono più tetti, non ci sono pareti né finestre", afferma. "Il colera – spiega - è una malattia trasmessa attraverso l'acqua contaminata dalle feci, provoca diarrea e disidratazione grave e può condurre alla morte se non è presa in tempo. Intervenendo per tempo e secondo i dovuti protocolli, invece, può essere curata senza particolare difficoltà".

E’ emergenza cibo e blocco delle strade

Ci si sta attrezzando per aumentare la rapidità nella distribuzione del cibo poiché i primi camion di cibo sono già stati assaliti e anche il personale sanitario durante le visite di sensibilizzazione è stato attaccato dalla popolazione impaurita e affamata. Ulteriori difficoltà derivano dal blocco della strada Tica-Buzi che è percorribile solo a piedi o in bici, oppure in barca, navigando il fiume

Gli interventi del Cuamm

Medici con l'Africa Cuamm è impegnato in questi giorni a organizzare le attività di assistenza a vari livelli e di distribuzione di viveri, acqua, vestiti e materiali di prima necessità e di protezione, come guanti. Ad oggi sta assistendo 150 famiglie (con distribuzione di kit alimentare + kit riabilitazione del tetto), parte delle quali hanno pazienti Hiv in trattamento. Sul fronte della sensibilizzazione comunitaria, sono stati inviati 200 attivisti comunitari formati dai medici del Cuamm e provvisti di kit di primo intervento. “Oltre a portare avanti le attività che normalmente implementiamo a Beira (si occuperanno ora anche di: sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche, individuazione precoce di possibili casi di colera, rinvii dei casi nei centri predisposti; approvvigionamento di farmaci; invio di donne incinte dai centri di salute; sorveglianza nutrizionale; protezione dei gruppi vulnerabili (bambini e adolescenti).

Gli interventi sanitari a Beira

Si stanno attrezzando 3 ambulanze per servizio h24 per il trasferimento delle complicanze materne all’ospedale di Beira e all’ospedale da campo assegnati alla Protezione Civile Italiana e si sta predisponendo un supporto ulteriore al personale sanitario con il reclutamento di 9 infermiere da inviare in questi tre centri che hanno un numero molto elevato di parti. Infine, il Cuamm sta fornendo 3 autoclavi per assicurare la sterilizzazione degli strumenti chirurgici in uso nei centri sanitari. (L.M. - Agenzia Fides)

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

30 marzo 2019, 12:03