Cerca

In Calabria sgomberata la baraccopoli di San Ferdinando

Iniziato questa mattina presto lo sgombero della baraccopoli di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria, i migranti saranno accolti in altre strutture

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

La baraccopoli, che in passato ha ospitato fino a 300 migranti, è stata sgomberata e sarà demolita. Nel corso dell’ultimo anno, sono state tre le vittime nella struttura a causa di altrettanti incendi. Le operazioni si svolgono sotto il controllo delle forze dell'ordine e sono seguite dall'alto da un elicottero della Polizia di Stato. Circa mille i migranti ospitati. Alcuni di loro si stano trasferendo nella vicina tendopoli, altri saranno accompagnati in pullman nei centri Cas e Sprar della Calabria. Altri ancora sono hanno lasciato la baraccopoli nei giorni scorsi.

Molti sono andati via spontaneamente

Il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, ha detto: “molti sono andati via spontaneamente tra stanotte e l'alba muovendosi intorno alla loro rete di conoscenze verso la provincia di Catanzaro, dove ci sarà la raccolta delle cipolle o in Campania, per la raccolta dei pomodori; altri sono e saranno portati negli Sprar e Cas ed altri ancora nella tendopoli della Protezione Civile dove troveranno maggiore sicurezza, igiene e vivibilità che nella baraccopoli". Il primo cittadino ha definito "umano" il clima in cui si stanno svolgendo le operazioni". "Sta andando tutto come previsto l'operazione di sgombero e soprattutto la collocazione dei migranti nelle strutture, a cominciare dalla nuova tendopoli". Così il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari.

Un'operazione per il bene dei migranti

Il vescovo di Oppido Mamertina- Palmi, mons. Francesco Milìto, afferma: “C’è un clima di tranquillità, chiaramente si percepisce la difficoltà interiore di chi deve lasciare la struttura, ma l’opera compiuta in questi giorni e quanto si sta predisponendo, sta portando quasi tutti a comprendere che è per il loro bene, non per escluderli dalla comunità”. E sul futuro, mons. Milìto auspica: “Il 15 febbraio scorso ho lanciato un invito molto forte all’insegna della parola ‘basta’, nel senso che tre morti in meno di un anno erano troppi, in un ambiente in cui era chiaro che se si fosse intervenuti prima non sarebbe accaduto. Ora aggiungo un ‘mai più!’, se si mette fine a un disordine, e di questo si trattava, e non poteva assolutamente continuare perché si sarebbe mancato di rispetto alla dignità della persona e sarebbe stato indegno anche di un’Italia in sé accogliente e che fa della persona il punto di riferimento della sua costituzione; il mai più vuol dire che non si possa ritornare allo status quo ante”. 

Ascolta l'intervista a mons. Milito

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

06 marzo 2019, 14:22