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Vescovi del Venezuela: “no a spargimento di sangue”

Il segretario dei vescovi mons. José Trinidad Fernández in conferenza stampa parla della preoccupazione del Papa ed invoca una soluzione negoziata e pacifica e a un dialogo che deve portare al cambiamento richiesto il popolo. Nota della Caritas Venezuela sul possibile arrivo degli aiuti umanitari internazionali

“Siamo in costante contatto con il Vaticano, con il Papa, con il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin e con il nunzio, mons. Aldo Giordano. Sappiamo che il Papa è molto preoccupato che ci sia spargimento di sangue. Non vogliamo che questa cosa accada, per nessuna ragione al mondo”. Lo afferma all’Agenzia Sir mons. José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas e segretario generale della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), al termine della conferenza stampa attraverso la quale la Chiesa venezuelana si è nuovamente espressa sulla situazione del Paese. “Sappiamo che quella venezuelana è gente pacifica, serve una soluzione negoziata e pacifica, che rispetti tutti. Vale particolarmente in questo momento il comandamento ‘non uccidere’ e questo dev’essere un processo di pace, non di guerra”. Al tempo stesso, le azioni di Maduro, compresa la lettera scritta al Papa, della quale ha parlato ieri il segretario di Stato Vaticano, sembrano azioni “per guadagnare tempo”.

Il dialogo deve portare al cambiamento politico che chiede il popolo

“Certo - prosegue il segretario generale della Cev - “la richiesta di dialogo è la nostra e lo abbiamo ribadito tante volte nei nostri pronunciamenti. Un dialogo che deve portare a quella transizione pacifica e a quel cambiamento politico che il popolo sta chiedendo”. Oltre a questo, la Chiesa venezuelana continua a segnalare la situazione drammatica della popolazione, la mancanza di cibo e medicine, “è fondamentale aprire il Paese agli aiuti umanitari, siamo in una situazione drammatica, inaudita, i bimbi sono denutriti e mancano i farmaci di base, quelli più comuni”.

Il popolo chiede elezioni chiare e trasparenti

“Serve un cambiamento politico, il popolo lo chiede, per andare a elezioni chiare e trasparenti” ha ribadito mons. Fernández il quale evidenzia l’importanza di un pronunciamento compatto di vescovi, religiosi, laici: “Un comunicato congiunto è espressione di una Chiesa sinodale, così come ci chiede Papa Francesco. In questo caso, poi, sentiamo che questa è la posizione di tutto il popolo. Dio ci chiede di interpretare i segni dei tempi ed è quello che cerchiamo di fare”. “Ci ispira – prosegue il presule - anche il recente Messaggio del Papa per la Giornata della pace, nel quale si parla dell’esigenza di una buona politica a servizio della pace. E quello che cerchiamo di fare in questo momento, nel quale il tessuto sociale va riorganizzato. Non vogliamo più vedere persone detenute arbitrariamente, bambini cercare cibo nell’immondizia”.

Caritas su possibile arrivo di aiuti umanitari internazionali

La possibilità di uno sblocco di aiuti umanitari “ha generato molte aspettative per le grandi necessità del popolo venezuelano in materia di alimentazione e salute”. Lo scrive la Giunta direttiva della Caritas venezuelana, in un comunicato diffuso per offrire alcune precisazioni, di fronte a tale situazione, e per comunicare che la Caritas venezuelana è disposta a collaborare solo se si lavorerà in modo “appropriato” e nel rispetto dei “diritti umani e umanitari”.

Gli aiuti umanitari non guardano a interessi politici

La nota puntualizza che gli aiuti umanitari “sono regolati da protocolli accettati a livello internazionale” e non guardano “a interessi politici, ma solo al bene della popolazione più debole”; “non risolvono i problemi del Paese, ma solamente mitigano l’impatto” di una situazione di crisi per la popolazione più povera; “sono limitati nella loro copertura e nel tempo” e devono aiutare la popolazione a “vivere con i propri mezzi”; “non riforniscono i mercati con i diversi prodotti della dieta di base”, dato che gli aiuti alimentari non consistono negli “alimenti abituali, ma in razioni d’emergenza e supplementari per i bambini e anziani con deficit nutrizionale; “sono sempre sussidiari e non sostituiscono l’azione che lo Stato è chiamato a compiere con le sue risorse”.

Le autorità tacciono sull’ingresso degli aiuti umanitari

In considerazione di queste premesse, la Caritas venezuelana fa presente che “l’Assemblea nazionale ha chiesto l’ingresso di aiuti umanitari e ha chiesto alla Conferenza episcopale venezuelana (Cev) di partecipare a una commissione tecnica. È stato chiesto alla Caritas del Venezuela di portare la propria esperienza nel sociale”. In secondo luogo, “la commissione tecnica ha proposto alla Cev di partecipare a una riunione con diverse organizzazioni della società civile, per scambiare esperienze di lavoro”. Ancora, la Caritas comunica che “diverse organizzazioni sociali hanno sollecitato le autorità competenti a permettere l’ingresso di tali aiuti, senza ricevere ancora risposta”. Infine, la Caritas, nello spiegare la sua posizione interlocutoria, precisa che la Chiesa ha sempre operato in un contesto di “umanità, indipendenza e onestà”. (Agenzia Sir)

 

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05 febbraio 2019, 11:08