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Venezuela. Mons. Moronta a Maduro: il popolo chiede un cambio politico

Lettera aperta del vice-presidente dei vescovi nella quale chiede al Presidente Maduro ragione delle sue azioni e delle sue parole, del blocco degli aiuti umanitari, Inoltre gli chiede di evitare spargimenti di sangue e di ascoltare il grido del popolo che soffre la fame, la denutrizione e per la mancanza di medicinali

Prende ispirazione da un poema di Simón Bolívar, mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristóbal e vicepresidente della Conferenza episcopale venezuelana, di ritorno da un corso di esercizi in Ecuador, per scrivere “con il cuore in mano” al Presidente del Venezuela Nicolás Maduro. Una lettera aperta quella di mons. Moronta - riporta l'Agenzia Sir - che anni orsono godeva della stima di Hugo Chávez, nella quale chiede al Presidente ragione delle sue azioni e delle sue parole, del blocco degli aiuti umanitari; chiede di evitare spargimenti di sangue e di ascoltare il grido del popolo; “racconta” le sofferenze della gente, che sta patendo oggi “la più grave crisi politica, economica, sociale e morale che abbia mai colpito il Paese. Negarlo è come voler oscurare il sole con un dito”.

Mons. Moronta denuncia la fame, la denutrizione, la mancanza di medicinali

“È facile negarlo e contrattaccare con insulti, disprezzo e minacce. Lei afferma in ogni occasione che la causa è la ‘guerra economica’. È vero, esiste una ‘guerra economica’, però non è quella contro il Governo o le istituzioni dello Stato, ma è quella contro il popolo”. Prosegue il vescovo: “Devo dirle la verità, come suggerì Bolívar”, la gente del popolo “è stanca, perché continua a essere disprezzata”. La maggioranza “soffre una crisi di carattere umanitario, lo posso testimoniare. Io non sono uno di quelli che stanno chiusi nei propri uffici, ma cammino tra le comunità, mi incontro con tutti, senza distinzione”.

Il popolo chiede un cambiamento politico

Mons. Moronta accenna alla richiesta di dialogo da parte di Maduro e al suo mancato ascolto delle condizioni poste oltre due anni fa dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano: “Se lei ascoltasse il popolo e le sue grida, davvero si potrebbero compiere i passi per aprire le porte per risolvere la crisi”. E il popolo chiede si essere ascoltato “nelle sue sofferenze”, chiede “rispetto per la sua condizione, la sua dignità e i suoi diritti”, chiede, soprattutto “un cambiamento politico”. Mons. Moronta ha anche reso nota una seconda lettera aperta, a coloro che fanno parte delle forze armate, chiedendo di difendere il popolo e non di non impedire il passaggio degli aiuti umanitari. (Agenzia Sir)

 

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19 febbraio 2019, 12:40