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Il confine tra Colombia e Venezuela Il confine tra Colombia e Venezuela 

Venezuela: condanna dei vescovi ad attacchi e arresti contro Ong

La Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale del Venezuela definisce “violazioni dei diritti fondamentali” gli attacchi, i sequestri e gli arresti contro membri di Ong che si occupano della fornitura di medicinali. La Croce Rossa: aumenta la sofferenza delle persone

Giada Aquilino - Città del Vaticano

La Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), tramite la Commissione giustizia e pace, “respinge e condanna” gli attacchi, i sequestri e gli arresti che recentemente sono stati effettuati dagli organismi di polizia contro membri di Ong: la “missione speciale” di tali realtà è la protezione dei diritti umani legati alla salute, “in particolare la fornitura di medicinali” a pazienti con malattie croniche e gravi, “ricevuti da donatori internazionali” per i più vulnerabili, “nel contesto dell'emergenza umanitaria di cui soffre” il Paese.

Violazioni dei diritti fondamentali

Il comunicato della Cev, firmato dal presidente della Commissione, mons. Roberto Lückert, e dal vicario generale, padre Saúl Ron Braasch, definisce le azioni compiute nelle ultime settimane come “violazioni dei diritti fondamentali” garantiti dalla Costituzione e chiede di assicurare un “giusto processo” per quanti colpiti da “arresti e sequestri arbitrari” di medicinali, che in questo momento sono “essenziali” per la “tutela della salute” e il “diritto alla vita” che lo Stato deve assicurare.

L’allarme dell’Onu

Il Programma congiunto dell'Onu per la lotta all’Hiv/Aids ha denunciato in queste ore l'arresto di due responsabili regionali di un’associazione impegnata sul campo - poi rilasciati dopo qualche ora - e ha “respinto e condannato” il sequestro da parte delle forze dell'ordine di farmaci retrovirali ed alimenti per madri con Hiv “che l’Ong stava distribuendo, dopo aver raccolto donazioni negli ultimi mesi”.

Mancano le medicine

Secondo un’indagine condotta della Ong “Medici per la salute”, negli ospedali pubblici manca il 90% dei prodotti sanitari necessari, anche se al riguardo da tre anni mancano dati ufficiali. In un Paese in cui, secondo l’Onu, dal 2015 ad oggi sono emigrati 2,3 milioni di venezuelani, circa 18 mila pazienti affetti dal morbo di Parkinson non hanno accesso alle cure, che costano tra i 400 e i 600 dollari al mese. Il salario minimo medio si aggira attorno ai 6 dollari.

Defezioni tra i militari e aiuti fermi a Cúcuta

Nella città frontaliera colombiana di Cúcuta, intanto, rimangono fermi e immagazzinati gli aiuti umanitari inviati da Stati Uniti e Brasile. Mentre sui social è apparso un video del colonnello Pedro José Chirinos Dorantes, consigliere militare aggiunto alla missione permanente venezuelana presso l'Onu, che si dichiara “in totale e assoluta disobbedienza nei confronti del governo illegalmente costituito da Nicolás Maduro”, i soldati fedeli a Maduro ribadiscono di voler difendere l’"integrità territoriale" del Paese, osservando il blocco militare imposto da Caracas. La Russia ha annunciato di aver consegnato 300 tonnellate di aiuti umanitari al governo. Rimane l'ordine di chiusura della frontiera marittima ed aerea con le isole caraibiche olandesi di Aruba, Bonaire e Curacao, che si trovano di fronte al Venezuela, dopo che la scorsa settimana l’Olanda aveva annunciato la disponibilità per i propri territori ad essere punti di raccolta degli aiuti. Juan Guaidó, che ha assunto l'incarico di presidente ad interim, assicura invece che sabato migliaia di volontari raggiugeranno in autobus il confine con la Colombia per ricevere gli aiuti umanitari. Già venerdì potrebbero arrivare a Cúcuta il presidente colombiano Iván Duque e quello cileno Sebastian Piñera, per dimostrare il loro sostegno all'operazione.

La testimonianza della Croce Rossa

Che la situazione umanitaria in Venezuela rimanga “molto difficile” lo testimonia Tommaso Della Longa, portavoce della Federazione internazionale della Croce Rossa, intervistato da Luca Collodi di Radio Vaticana Italia. Da poco rientrato dal Paese latinoamericano, Della Longa riferisce come abbia potuto vedere “una popolazione con bisogni sempre più crescenti, ospedali dove mancano generi di base e medicine, comunità dove purtroppo si vedono problemi di malnutrizione” (Ascolta l'intervista a Tommaso Della Longa).

Popolazione stremata

“Parliamo di una popolazione stanca perché - prosegue - questa è una situazione che ormai va avanti da molto tempo”. Parlando con la gente locale, ha raccolto gli interrogativi e le incertezze della popolazione: “Che cosa farà la comunità internazionale? Che cosa ne pensate? Che cosa ci aspetterà?”, chiedono gli abitanti. “E poi c’è anche molta paura, timore. Caracas - racconta Della Longa - dopo le sei del pomeriggio diventa una sostanziale città fantasma, non c’è nessuno per le strade. Questo un po’ per paura di ciò che può succedere e poi anche perché le poche risorse a disposizione, dovute alla crisi economica e all’altissima inflazione, le persone preferiscono tenerle dentro casa, non sapendo quello che accadrà il giorno successivo”.

Sofferenza in aumento

“La nostra preoccupazione - aggiunge il portavoce della Federazione internazionale della Croce Rossa - è che ogni giorno che passa la sofferenza delle persone continua e aumenta. Quello che noi chiediamo semplicemente alle parti coinvolte è di fare in modo che l’aiuto umanitario sia un aiuto neutrale, imparziale, indipendente e di far fare alle agenzie umanitarie, come la Croce Rossa, il loro lavoro, sulla base dei bisogni delle persone e degli standard internazionali”.

(Ultimo aggiornamento: mercoledì 20 febbraio 2019, ore 14:26)

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20 febbraio 2019, 12:36