Usa-Nord Corea: fallisce vertice tra Trump e Kim Jong-un

Giordano Contu – Città del Vaticano

Il leader nordcoreano Kim Jong-un e il Presidente Donald Trump non hanno trovato alcun accordo. Il capo dello stato americano ha annunciato di avere detto no al ritiro delle sanzioni. Il vertice di Hanoi, in Vietnam, avrebbe potuto portare alla dismissione progressiva del programma atomico di Pyongyang, ma è finito con un nulla di fatto. "Nessun accordo è stato raggiunto questa volta”, ha dichiarato il leader statunitense, ma le "differenze sono state ridotte” ed “i rispettivi team guardano alle prossime riunioni". Sarebbe stato un risultato epocale, ma l’accordo non era scontato: questa mattina le due delegazioni avevano cancellato il pranzo di lavoro. Ieri, invece, i due presidenti si erano incontrati con le rispettive delegazioni e poi in un faccia a faccia durato un’ora. "Sento che ci saranno risultati", aveva detto alla stampa straniera Kim, che però non aveva risposto ad una domanda sui diritti umani”.

I riflessi del Russiagate

Intanto in America riprende vigore l’indagine sul Russiagate. Il procuratore speciale Robert Mueller ieri ha interrogato Michael Cohen, ex avvocato del presidente americano, che ha lanciato dure accuse al Presidente definito truffatore e razzista. “Trump si è sentito indebolito da questa inchiesta”, spiega Rosella Ideo, esperta di storia politica e diplomatica dell’Asia orientale. “Si è sentito in un vicolo cieco per la prima volta e ha capito che non può godere più dell’impunità di cui ha goduto fino adesso”. Queste tensioni, continua la studiosa, sono all’origine della fine dei negoziati. Trump ha dichiarato di non avere fare un passo indietro sulle sanzioni perché "non c'erano" impegni sufficienti da parte di Kim. Un “gesto incosciente” lo ha definito la Ideo. “Si è ritornati assolutamente indietro”, aggiunge, “distruggendo tutto il lavoro che è stato fatto nel 2018 dalle diplomazie”.