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Italia: lo spreco alimentare vale 15 miliardi di euro

Le Acli di Roma hanno recuperato 40 mila kg di pane e 7 mila kg di ortofrutta destinati ai poveri. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2019, il 20% degli intervistati dichiara che si spreca soprattutto nel commercio e nel settore pubblico: dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme

Alessandro Guarasci- Città del Vaticano

Vale lo 0,88% del Pil lo spreco alimentare in Italia, per un valore di oltre 15 miliardi di euro. I dati sono stati diffusi in occasione della sesta Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Ancora una volta la fotografia dello spreco inquadra in primo piano le case e le abitudini di gestione del cibo. Ma 4 italiani su 5 non la vedono così: secondo il Rapporto Waste Watcher 2019, infatti, il 20% degli intervistati dichiara che si spreca soprattutto nel commercio e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme. “La percezione degli italiani – spiega Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market - è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico”.

Le Acli raggiungono ogni giorno 4mila poveri

Le Acli di Roma hanno presentato anche gli sviluppi del progetto "Il Cibo Che Serve", grazie al quale nel solo 2018 sono stati recuperati 39.581 kg di pane (124.558 kg dall'inizio del progetto) e 7.258 kg di ortofrutta invenduti, per un valore economico di circa oltre 100 mila, un totale di 4.000 poveri raggiunti ogni giorno attraverso la rete degli enti caritatevoli e oltre 1.000.000 di pasti accompagnati.

Investire in progetti di educazione alimentare

"Questa giornata – dichiara Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e Provincia – ha per noi un significato particolare, perché la lotta allo spreco alimentare è diventata una delle nostre battaglie principali alla quale affianchiamo un forte impegno per la prevenzione e la promozione di stili di vita sani attraverso iniziative di educazione e sensibilizzazione che coinvolgono anche i più piccoli". ''Questi sono numeri importanti che dovrebbero farci riflettere sulle modalità e sulle nostre abitudini di acquisto'' afferma il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa che aggiunge: "Sprecare risorse ambientali, idriche ed economiche sia nella produzione che nell'acquisto dei beni alimentari che poi non si riesce a consumare è una cattiva abitudine che non possiamo più permetterci. Anche se negli ultimi anni la sensibilità su questo tema è aumentata portando ad una riduzione del fenomeno, credo sia necessario continuare a investire in progetti di educazione alimentare per promuovere le buone pratiche e migliorare la sensibilità di noi cittadini/consumatori”.

 


 

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05 febbraio 2019, 15:08