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Giornata della Lingua madre: minacciata la diversità linguistica

Promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Questo lo scopo dell’odierna Giornata Internazionale della Lingua madre. Proclamata dall’Unesco nel 1999, dal 2000 viene celebrata in tutto il mondo il 21 febbraio. Per Papa Francesco i popoli indigeni sono un grido vivente di speranza

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

La Giornata della Lingua madre nasce come omaggio a quegli studenti che nel 1952 a Dacca, oggi capitale del Bangladesh, furono uccisi dalla polizia mentre protestavano affinché la loro lingua madre, il bengali, fosse dichiarata seconda lingua nazionale nell’allora Pakistan.

La diversità linguistica è sempre più minacciata

Questa ricorrenza vuole sottolineare come le lingue costituiscono gli strumenti più potenti per preservare e sviluppare il nostro patrimonio materiale e immateriale. Per le Nazioni Unite, tutti gli sforzi per promuovere la diffusione delle lingue materne serve a incoraggiare la diversità linguistica, a sensibilizzare alle tradizioni linguistiche e culturali del mondo intero e a ispirare una solidarietà fondata sulla comprensione, la tolleranza e il dialogo. Eppure la diversità linguistica è sempre più minacciata. L’Onu stima che ogni due settimane scompare una lingua e che il 40% degli abitanti del pianeta non ha accesso all’insegnamento nella lingua che parla e che comprende. Il 2019, inoltre, è l’anno internazionale delle lingue indigene e sono circa 370 milioni le persone - ricorda nel messaggio per l’odierna Giornata della lingua madre la direttrice Unesco Audrey Azoulay - che parlano circa 7.000 lingue vive.

Papa: popoli indigeni, grido vivente di speranza

I popoli indigeni - ha detto Papa Francesco il 14 febbraio scorso incontrando alla Fao una delegazione del Forum internazionale a loro dedicato - sono un “grido vivente” a favore della speranza, ricordando a tutti noi che gli esseri umani hanno una “responsabilità comune nella cura della ‘casa comune’”. “Se determinate decisioni prese finora l’hanno rovinata, non è mai troppo tardi per imparare la lezione e acquisire un nuovo stile di vita. Si tratta di adottare un modo di procedere che, abbandonando approcci superficiali e abitudini nocive o di sfruttamento, superi l’individualismo atroce, il consumismo convulsivo e il freddo egoismo. Le popolazioni indigene – ha osservato - sanno dialogare con la terra, che oggi soffre, sanno ascoltarla, vederla, toccarla. A loro il Papa ha affidato il compito di trasmettere tale saggezza ancestrale.

La necessità di salvaguardare le lingue madri

Sull’importanza della lingua madre, Francesco Sabatini, linguista, già Presidente dell’Accademia della Crusca, sottolinea: ”Il linguaggio verbale è una caratteristica specifica dell’Homo sapiens già di per sé molto importante; poi siamo convinti che il cervello umano possa imparare e utilizzare più lingue e questa è una ricchezza perché si ha una pluralità di visioni del mondo e di conoscenza”. Sulla necessità di salvaguardare le lingue madri, inoltre, il prof. Sabatini aggiunge: “Salvaguardare le lingue esistenti è un modo per conservare memoria dell’esperienza che tutti i popoli hanno fatto del vivere del mondo, quindi è importante documentarle, almeno, se stanno per scomparire”.

Ascolta l’intervista al prof. Sabatini

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21 febbraio 2019, 14:00