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Un medico del Cuamm in Africa Un medico del Cuamm in Africa  

Giornata contro il cancro: Etiopia, esempio di prevenzione per i poveri

Medici con l’Africa Cuamm ricorda che la malattia miete più vittime tra i Paesi a medio e basso reddito. L'organizzazione umanitaria porta avanti progetti di diagnosi e prevenzione per le donne dell’Etiopia

Marco Guerra – Città del Vaticano

Si celebra oggi la Giornata mondiale contro il cancro. “Io sono, io sarò”, dall’inglese “I am, I Will” è lo slogan scelto per il triennio 2019-2021,  che ricorda quanto sia importante la prevenzione e la diagnosi ed esorta tutti i cittadini a prendersi le proprie responsabilità, con un unico messaggio tradotto in tutte le lingue: “Chiunque tu sia, hai il potere di ridurre l’impatto del cancro per te, per le persone che ami e per il mondo. È tempo di prendere un impegno personale”.

Aumentano i malati e le possibilità di sopravvivere

Nel mondo sono in aumento i soggetti che sviluppano il cancro, dai 18 milioni di nuove diagnosi registrate nel 2018, le stime prevedono che entro il 2030, ci saranno più di 26 milioni di pazienti affetti dalla patologia. Tuttavia gli esperti riferiscono che le pratiche mediche attualmente impiegate per combattere le neoplasie garantiscono una maggiore possibilità di sopravvivere al cancro, fornendo ai pazienti terapie personalizzate sempre più efficaci.

In Africa resta difficile l’accesso alle cure

In Africa, i malati oncologici sono ancora molto distanti dal poter ricevere cure adeguate. È quanto denuncia Medici con l’Africa Cuamm in occasione dell'odierna Giornata Mondiale. L’organizzazione umanitaria imputa la drammatica situazione africana alla scarsa sensibilizzazione sul tema e alle risorse limitate.

Più morti nei Paesi a basso reddito

Il Cuamm ricorda che il cancro è oggi la seconda causa di morte nel mondo: 9,6 milioni di persone muoiono ogni anno, il 70% dei quali nei Paesi a medio-basso reddito. Almeno un terzo delle forme più comuni di cancro sono prevenibili e si stima che 3.7 milioni di vite potrebbero essere salvate ogni anno, destinando risorse alla creazione di strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento immediato.

Lo screening del tumore al collo dell’utero in Etiopia

Per questo motivo il Cuamm in Africa sta puntando sulla prevenzione e sullo screening, anche all’ultimo 'miglio' del sistema sanitario. Un esempio concreto è il tumore al collo dell’utero, che è tra le più frequenti forme di tumore per le donne nel mondo, con 570 mila nuovi casi e 311 mila decessi ogni anno; la seconda tipologia più diffusa in Etiopia. Proprio in questo Paese, Medici con l’Africa Cuamm sta portando avanti due progetti di screening e trattamento, nella regione del South Omo, rivolgendosi alle tribù di pastori seminomadi. In collaborazione con le autorità sanitarie locali, sono state raggiunte 14 strutture sanitarie con servizi di screening e trattamento.

Le campagne di sensibilizzazione

In una nota il Cuamm fa inoltre sapere che oltre 3.500 donne si sono sottoposte allo screening, sono state portate avanti 21 Campagne di sensibilizzazione e 50 membri dello staff locale sono stati formati sulla diagnosi e il trattamento di questa forma di tumore. I centri di salute e lo staff coinvolti, inoltre, sono stati riforniti del materiale necessario per le attività, che prevedono la visita ginecologica per le donne e, nel caso si individuino lesioni precancerose, il trattamento immediato con la crioterapia per prevenire lo sviluppo del tumore.

Il coinvolgimento delle comunità

“Il successo del progetto  - si legge ancora nel comunicato - è strettamente legato al coinvolgimento diretto delle comunità”. Spettacoli teatrali nei giorni di mercato e Campagne di sensibilizzazione che si spingono fino alle aree più rurali, attivando i gruppi comunitari, sono la chiave individuata per coinvolgere la popolazione e veicolare messaggi complessi in maniera chiara, soprattutto per quanto riguarda il tema della prevenzione, che molto spesso non è considerata un’urgenza.

Dott. Manenti: convincere le donne a farsi visitare

“Convincere le donne delle aree remote tribali a farsi visitare” resta la vera sfida di queste campagne di prevenzione, spiega a VaticanNews il dott. Fabio Manenti, responsabile del settore progetti del Cuamm. Il medico sostiene anche che un passo molto importante nella lotta al tumore al collo dell’utero è la vaccinazione contro il pilloma Virus.

Ascolta l'intervista a dott. Manenti

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04 febbraio 2019, 12:22