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Manifestazione antigovernativa a Caracas Manifestazione antigovernativa a Caracas 

Venezuela. Card. Porras ai sacerdoti: è un diritto unirsi alle manifestazioni

Da Panama, dove partecipa alla Gmg, il porporato venezuelano ha invitato i sacerdoti a partecipare e ad accompagnare le manifestazioni contro il governo convocate per oggi. Intanto, la Conferenza episcopale venezuelana esorta le forze armate a proteggere la popolazione e bloccare i gruppi anarchici violenti

Alina Tufani- Città del Vaticano

Il cardinale Baltazar Porras Cardozo, ieri, attraverso il profilo twitter dell’arcidiocesi di Caracas, ha invitato i sacerdoti a partecipare alla marcia pacifica convocata per oggi, dalla legittima Assemblea nazionale, per il recupero della democrazia nel Paese. Da Città di Panama, dove si trova per accompagnare i giovani venezuelani alla Gmg, l’amministratore apostolico di Caracas e arcivescovo di Mérida ha dato così il suo consenso ai presbiteri per esprimere la loro volontà di cambiamento partecipando alla manifestazione “perché è un diritto”.

Sacerdoti devono accompagnare e proteggere la gente

Il messaggio, indirizzato ai sacerdoti, afferma: “Uscire a manifestare è un diritto. Se lo si fa senza protagonismi, senza slogan politici, in atteggiamento fraterno. Uscire semplicemente per accompagnare e proteggere la gente (specialmente i più vulnerabili) e trasmettere loro speranza, gioia e pace. Il cardinale Porras ha esortato le forze di sicurezza dello Stato a rispettare il diritto alla protesta: “Le manifestazioni pacifiche non possono essere represse perché sono l’unica via che ha la gente per esprimere il proprio disagio ed essere ascoltata per uscire, attraverso la comprensione, dalla grave crisi”. L’Assemblea Nazionale, il Parlamento eletto nel 2015 ed esautorato dal governo dell’attuale presidente, ha convocato una manifestazione contro la rielezione di Nicolas Maduro, accusandolo di "aver usurpato il potere", così da avviare un processo di transizione che porti a nuove elezioni.

Vescovi: Organi di sicurezza fermino i gruppi anarchici violenti

A poche ore dall’inizio delle manifestazioni pacifiche contro la rielezione di Maduro e per il ristabilimento della democrazia in Venezuela, i vescovi della Conferenza episcopale, in un comunicato, affermano che "le marce organizzate per questo 23 gennaio, su tutto il territorio nazionale, sono un segno di speranza”. I presuli chiedono alle forze armate e ai vari organi di sicurezza dello Stato di proteggere la popolazione, di accompagnarla e rispettarla.  Ma mettono anche in guardia dalle azioni dei “gruppi anarchici” che generano violenza: “Questi gruppi - sottolineano i vescovi - sono quelli che devono fermare gli organi di sicurezza dello Stato in difesa della popolazione civile che marcia pacificamente”

23 gennaio: unità del popolo contro un regime di abusi

Il messaggio rimanda alla data storica del 23 gennaio 1958, “pietra miliare storica per la democrazia venezuelana” che segnò la caduta della dittatura militare del generale Marcos Pérez Jiménez.  Quel significativo evento “è un segno ispiratore del trionfo della razionalità sociale di fronte all'abuso del potere; dell'unità del popolo contro un regime di abusi, corruzione e repressione che nascondeva in sé tutti i mali che un governo autoritario può avere”. I vescovi affermano che oggi, come allora 61 anni fa, il popolo venezuelano si ritrova “nella lotta della civiltà di fronte alla barbarie”.

Un periodo di transizione per eleggere nuove autorità

I vescovi dichiarano, poi, che la drammatica situazione dei diritti umani e della qualità di vita sono la conseguenza delle azioni di un “regime di governo in cui molti hanno riposto le loro speranze, ma che, alla fine, è stato contrario ai principi dell'etica sociale e al rispetto della dignità umana". “Di fronte a questa realtà che abbiamo descritto come una tragedia nazionale - si legge nel messaggio - è risaputo che la maggior parte delle persone chiede un cambio di direzione che attraversi un periodo di transizione per eleggere nuove autorità nazionali”.

I vescovi ribadiscono l’illegittimità del governo di Maduro

I vescovi venezuelani, alla fine dell’Assemblea Plenaria di metà gennaio hanno ribadito l’illegittimità del secondo mandato di Maduro e hanno riconosciuto che “l'unico organo del potere pubblico che possiede il diritto di esercitare i suoi poteri sovrani è l'Assemblea Nazionale, eletta in precedenza con il voto libero e democratico dei venezuelani".  Il comunicato, diffuso ieri in tarda serata, esorta i venezuelani a non essere semplici spettatori di ciò che accade nel Paese, ma attori protagonisti per avviare i “cambiamenti necessari, ma sempre in democrazia e secondo la costituzione nazionale”.

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23 gennaio 2019, 12:34