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Trattato di Aquisgrana, Zamagni: non ci sarà una super zona nella Ue

Francia e Germania hanno firmato oggi ad Aquisgrana un trattato per rafforzare le relazioni bilaterali tra Parigi e Berlino. L'economista Zamagni: "Una mossa che non rispetta gli altri Paesi dell'Unione". Il trattato, spiega, decade da sè proprio perchè non c'è stata la consultazione con gli altri patners

Emanuela Campanile, Città del Vaticano

L'intenzione di creare una sorta di super zona di libero scambio e di integrazione economica all'interno della stessa Unione Europea, è per l'economista Stefano Zamagni "irrealizzabile". Il trattato di Aquisgrana, firmato oggi tra Emmanuel Macron e Angela Merkel con l'intenzione di rafforzare i rapporti tra Francia e Germania, "è una mossa che non rispetta gli altri patners della Ue, anche ammesso che Germania e Francia vantino una certa supremazia". "Affermano una loro centralità - prosegue l'esperto - che non fa altro che acuire i contrasti e le difficoltà che già si sperimentano".

Ascolta l'intervista a Stefano Zamagni

La debolezza del trattato

Tre sono i punti che secondo l'analisi di Zamagni, fanno del trattato di Aquisgrana un gigante d'argilla.  "Chi conosce la struttura economica di Francia e Germania - spiega il professore - sa che questi due Paesi non potranno mai integrarsi sotto il profilo economico perchè non ci sono le condizioni strutturali convergenti, così come è diversa la visione che hanno riguardo al Fisco. La cancelliera tedesca e il presidente francese hanno firmato perchè, da una parte c'è la forza della tradizione di super potenze e dall'altra - prosegue - perchè Merkel e Macron sono in una posizione di estrema debolezza per diversi motivi. Hanno firmato per rilanciare e per affermare la loro centralità, ma il fatto di aver firmato senza aver consultato gli altri membri, fa decadere da sè il trattato".

“Ricorderò sempre che Giovanni Paolo II si battè perchè l'Unione Europea riconoscesse le proprie radici giudaico-cristiane. Lo chiese ben tre volte, venne deriso. Ora stiamo capendo che queste sono le uniche radici capaci di dare la direzione a questo martoriato continente”

La reazione dei Paesi dell'Unione 

Più che un atteggiamento di sudditanza o passività nei confronti di Germania e Francia, quello che colpisce è "l'indifferentismo" degli altri Paesi dell'Unione. Atteggiameto considerato da Zamagni "ben peggiore di una presa di posizione di forte critica, poichè capace di portare alla dissoluzione delle motivazioni fondative dell'Unione stessa". "Dobbiamo rilanciare la ragione sapienziale" - spiega ancora l'economista - che è quella che dà il senso e cioè, la direzione di marcia. 

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22 gennaio 2019, 16:44