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Londra: Parlamento vota “no” all’accordo sulla Brexit

Dopo il no del Parlamento britannico all'accordo negoziato lo scorso novembre dalla premier May con l’Ue per la Brexit, oggi il voto sulla mozione di sfiducia presentata dai laburisti

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Con 432 voti contro e 202 a favore, la Camera dei Comuni ha negato la ratifica dell’accordo per la Brexit. Sono 118 i deputati conservatori che hanno votato contro. Theresa May non prende in considerazione l’ipotesi dimissioni e ha chiesto alle opposizioni di presentare una mozione di fiducia per vedere se l'esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza.

La mozione di sfiducia dei laburisti

Il leader laburista, Jeremy Corbyn, ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory che sarà discussa nella serata di oggi. Corbyn ha parlato di "sconfitta devastante", ha accusato la premier d'essersi negata al dialogo con l'opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del Partito Conservatore su quelli del Paese. In caso di fiducia, Theresa May conferma la volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

Incognita “no deal”

Tra le ipotesi possibili, resta l’incognita “no deal. "A dieci settimane" dal 29 marzo, "non è mai stato così elevato il rischio del no deal" - dice il capo negoziatore Ue Michel Barnier. Adesso nessuno scenario può essere escluso, in particolare quello che abbiamo sempre voluto evitare: l'uscita" del Regno Unito "senza accordo". Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel fa un appello: "Abbiamo ancora tempo per trattare ma adesso la premier britannica deve fare una proposta".
"L'accordo sulla Brexit non può essere rinegoziato. Ora sta al Regno Unito dire cosa vuole fare. Aspettiamo di sapere da loro quali sono i prossimi passi". Così Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea. Ma se Schinas avverte che i 27 non sono disposti a rinegoziare l'intesa, lascia però intendere che c'è qualche margine per ritoccare la dichiarazione politica congiunta sulla partnership futura, sempre che Londra modifichi i suoi paletti.

Le ripercussioni politiche del voto parlamentare di ieri

“Quanto accaduto ieri è la dimostrazione di una grande divisione all’interno del mondo politico inglese - commenta Antonio Varsori, professore di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Padova - soprattutto del partito conservatore. C’è una frammentazione politica molto evidente che porta a una situazione di grande incertezza e instabilità”. Per quanto riguarda le ripercussioni sulla politica estera e in particolare sull’Europa, il professor Varsori aggiunge: “bisogna tener conto di una crisi generale dell’Ue, del fatto che nel giro di qualche mese avremo le elezioni al Parlamento europeo, il che accresce il senso di incertezza. Abbiamo una leadership francese in crisi e quella tedesca pure ha problemi abbastanza seri. L’instabilità non riguarda solo la Gran Bretagna, ma anche l’Europa”.

Ascolta e scarica l’intervista al prof. Varsori

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16 gennaio 2019, 13:20