Don Luigi Sturzo Don Luigi Sturzo 

Centenario appello Sturzo: impegno cattolici riparta da qui

Secondo Nicola Antonetti, presidente dell’Istituto Luigi Sturzo, la nuova stagione dell’impegno dei cattolici in politica deve ripartire dall’appello “ai liberi e forti” di don Sturzo, pubblicato il 18 gennaio 1919

Fabio Colagrande, Città del Vaticano

Con una Messa celebrata venerdì 18 gennaio nella Basilica romana dei Santi Apostoli, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha voluto ricordare l’appello “ai liberi e forti” redatto da don Luigi Sturzo, e pubblicato 100 anni fa in occasione della fondazione del Partito Popolare italiano. Il porporato ha sottolineato che le parole scritte nel 1919 dal sacerdote di Caltagirone risuonano oggi “nell’animo di quanti hanno a cuore le sorti del Paese ancora una volta lacerato e diviso”. Allo stesso anniversario il cardinale aveva fatto riferimento in apertura del Consiglio episcopale permanente svoltosi a Roma dal 14 al 16 gennaio.

“Noi abbiamo nella tradizione cattolica uomini che avevano questa intelligenza, come De Gasperi, Moro: politici che credevano a un modello politico cristiano espresso nella forma democratica”

La ricorrenza è stata commentata, in questi giorni, da un editoriale del direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda e da un articolo di p. Francesco Occhetta sj su La Civiltà Cattolica. La nascita del partito Popolare italiano è stata celebrata anche a Palermo in un Convegno di studi sul tema “Luigi e Mario Sturzo, il progetto cristiano di democrazia” e a Caltagirone, paese natale di don Sturzo, con l’inaugurazione di un “Anno sturziano”, nel 60° della sua morte.

Un presente che preoccupa

“Queste sottolineature nascono, a mio parere, dalla preoccupazione del presente”, afferma ai microfoni di Radio Vaticana Italia Nicola Antonetti, presidente dell’Istituto Luigi Sturzo, ordinario di storia delle dottrine politiche all’università di Parma. “Certo, i tempi attuali non sono paragonabili alla situazione italiana del primo dopoguerra, nel 1919, ma anche oggi è un momento denso di preoccupazioni”. 

La scossa di un appello a libertà e responsabilità

“L’appello a tutti gli uomini liberi e forti, con il quale il sacerdote siciliano richiamava alla speranza e all’impegno tutti i cattolici, ma non solo i cattolici, invitandoli ad usare la testa e il cuore per rendersi disponibili a lavorare alla ripresa democratica del Paese, mi pare oggi molto opportuno”, spiega Antonetti. “Anche il mondo laico, non solo quello ecclesiale, è molto attento a questo anniversario - spiega - perché oggi riviviamo, facendo le opportune distinzioni, quel momento lì. In quel frangente ci fu un uomo, don Sturzo, capace di dare una scossa molto forte al mondo cattolico e a quello laico. E lo fece proponendo un’iniziativa politica fondata sul tema della libertà e della responsabilità. La libertà di agire nella politica senza preclusioni e paure dei sistemi in cui si doveva operare: un’idea che per i cattolici era una novità assoluta. E la responsabilità fondata sul concetto che il potere politico vada usato come responsabile autorità in una società democratica che, essendo tale, non può essere che plurale e pacifica, sia all’interno del Paese che in chiave internazionale”. "A ciò Sturzo - continua Antonetti - aggiunse il programma del Partito popolare, dodici punti in cui segnalava le modalità tecniche e politiche per trasformare il vecchio stato liberale in uno stato democratico”.

I cattolici ripartano da qui

“Il cardinale Bassetti ha invitato i cattolici a ricordarsi del fondatore del Partito popolare e a imitarne l’esempio”, aggiunge il presidente dell’Istituto Sturzo. “E io credo che in Italia la nuova stagione dell’impegno dei cattolici in politica, tante volte auspicato da Papa Francesco, non possa che ripartire da qui”. “Sono infatti quelli i sentimenti perenni dell’appello all’intelligenza e al cuore. Non possiamo disinteressarci della realtà attuale. Le modalità andranno inventate, qualcosa già si sta muovendo. Ma non possiamo non fondare l’impegno culturale, politico e formativo dei cattolici su quei presupposti di libertà e responsabilità. I cattolici debbono prendersi la responsabilità di reagire: il privato va messo da parte”.

Serve una politica fondata sulla storia

“È mia personale opinione - conclude il prof. Antonetti - che molti degli errori che sono stati attribuiti all’attuale classe dirigente dipendano proprio dal fatto che non ha fondato l’attività politica quotidiana su delle basi storiche intelligenti, volte all’esame della realtà”. “Noi abbiamo nella tradizione cattolica uomini che avevano questa intelligenza, come De Gasperi, Moro: politici che credevano a un modello politico cristiano espresso nella forma democratica. Non si può fare la politica del 'giorno per giorno': bisogna avere un orientamento e avere dei fini per cui impegnarsi, spendersi e, in questo senso, io spero soprattutto nei giovani”.

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19 gennaio 2019, 14:42