Foto d'archivio del Burkina Faso Foto d'archivio del Burkina Faso  

In Burkina Faso, premier e governo si dimettono

Il premier Paul Thieba e l’intero governo rassegnano le dimissioni nel Paese dell’Africa occidentale che si trova ad affrontare una crescente minaccia jihadista

Elvira Ragosta - Città del Vaticano

Il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kaboré, ha accettato le dimissioni presentate ieri dal premier Thieba e dai suoi ministri. Sulle motivazioni che hanno spinto il governo a dimettersi non sono stati forniti dettagli, ma secondo indiscrezioni il presidente Kaboré vorrebbe dare nuova vita alla leadership del Paese che sta combattendo un'ondata crescente di attacchi jihadisti e prese di ostaggi.

L’instabilità dell’area

L'ultimo caso riguarda un geologo canadese rapito dai jihadisti e trovato morto mercoledì scorso nei pressi di una miniera d'oro nel nordest del Paese. Mentre da metà dicembre non si hanno notizie dell'italiano Luca Tacchetto, e della compagna di viaggio, la canadese Edith Blais. Il premier canadese, Justin Trudeau, ha detto di ritenere che Edith sia viva. Secondo il padre di Luca “la cosa più probabile” è che il ragazzo “sia stato rapito”. Al riguardo, riferisce la stampa italiana, la Procura di Roma sta indagando per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. Sul caso, la Farnesina chiede “massimo riserbo”.

Il premier Thieba

Paul Thieba, economista, era stato scelto dal presidente Kabore come primo ministro nel gennaio 2016. Negli ultimi mesi, diversi oppositori politici avevano chiesto le sue dimissioni e quella dei ministri incaricati della Sicurezza e della Difesa.

Jihadismo e criminalità

“Il Burkina Faso si trova nella fascia saheliana che è particolarmente interessata dai fenomeni del jihadismo e del contrabbando” commenta Enrico Casale della rivista Africa dei Padri Bianchi. “Si tratta di una zona particolarmente delicata da questo punto di vista e il Paese stesso - prosegue - è stato più volte colpito da attentati da parte di queste milizie che lavorano a cavallo tra il jihadismo islamista e la criminalità”.

Ascolta l’intervista a Enrico Casale

(Ultimo aggiornamento: sabato 19 gennaio 2019, ore 13:59)

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19 gennaio 2019, 13:36