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Al via la chiusura del Centro rifugiati di Castelnuovo di Porto

Sono iniziate in queste ore le operazioni per la chiusura del Centro rifugiati di Castelnuovo di Porto. Un effetto del decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Intervista ad Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium che gestisce il Centro

Alessandro Guarasci e Amedeo Lomonaco

Nel 2016 Papa Francesco si era recato nel Centro accoglienza per migranti a Castelnuovo di Porto per la cerimonia della lavanda dei piedi. Ora questa struttura, il secondo centro rifugiati più grande d’Italia, chiude i battenti. Oggi sono iniziate le procedure di sgombero del Centro, gestito dal 2014 dalla cooperativa Auxilium. I rifugiati, oltre 300, saranno trasferiti in varie regioni italiane.

Pesanti conseguenze anche occupazionali

“In un sol colpo – si legge nel comunicato stampa del comune di Castelnuovo di Porto – saranno spazzati via non solo anni di impegno e buon lavoro per un’accoglienza fatta di progetti educativi, inserimento scolastico, corsi ricreativi, iscrizioni alle associazioni sportive del territorio, collaborazioni volontarie e lavori socialmente utili, ma andranno persi anche 107 posti di lavoro dei dipendenti del gestore del Centro”.

Dal 2014 accolte 8 mila persone

A Vatican News, Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium, sottolinea che dal 2014 ad oggi sono state accolte circa 8 mila persone alle quali sono stati assicurati percorsi di integrazione grazie al lavoro di molteplici figure professionali, tra cui medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, insegnanti e interpreti. (Ascolta l’intervista con Angelo Chiorazzo)

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22 gennaio 2019, 15:46