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Yemen. Croce Rossa: con il Papa contro la proliferazione delle armi

Le esportazioni delle armi, il mancato rispetto dei Trattati internazionali e delle regole comunitarie costano vite umane. Nello Yemen il fallimento è stato totale: così il presidente della Croce Rossa Francesco Rocca facendo il punto della situazione a poche ore dall'inizio della tregua nel Paese

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

E' tesa ma regge la tregua scattata ieri nella regione costiera yemenita di Hudayda e in quella di Taiz nel sud ovest, in seguito all'accordo tra le parti raggiunto giovedì scorso in Svezia. L'Onu, impegnato nella mediazione tra governo yemenita filo-saudita e ribelli Huthi, sarà oggi con un gruppo di osservatori guidati dal generale Patrick Cammaert, proprio a Hudayda dove le provocazioni tra le parti sono continuate con bombardamenti fin dopo la mezzanotte di ieri.

Aiuti e messa in sicurezza dei civili

Hudayda, in mano agli Houthi e assediata dalle forze lealiste, costituisce un fondamentale snodo per gli aiuti umanitari verso tutte le regioni del Paese che da marzo di tre anni anni fa è devastato di un sanguinoso conflitto con milioni di vittime con una stima di fabbisogno umanitario nel 2019 per 24 milioni di abitanti, il 75% della popolazione. L'ingresso di aiuti e la messa in sicurezza dei civili sono i presupposti per l'inizio della tregua i cui termini operativi saranno discussi a gennaio, ma che da subito prevede lo scambio di detenuti. Già in 16mila sarebbero coinvolti secondo la testimonianza della Croce Rossa.

Una vergogna affamare la popolazione

"Lo scambio dei prigionieri è uno degli aspetti più delicati" conferma a Vatican News Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa e della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che si dice fiducioso per lo stabilizzarsi momentaneo della situazione. "Ieri - racconta -  la preoccupazione legata a scontri e bombardamenti che sembravano non riuscire ad interrompersi, ci aveva preoccupati ma i segnali oggi sono positivi". (Ascolta l'intervista a Francesco Rocca sulla situazione dello Yemen)

Rocca torna quindi sul nodo cruciale, quello dell'accesso da parte delle Ong alle popolazioni per portare soccorso non solo medico ma inerente proprio i beni di prima necessità e ribadisce la condanna per quanto accaduto in tutti questi anni: "Affamare con l'assedio in stile medioevale - rimarca - come è accaduto chiudendo di fatto il porto di Hudayda, è stata una vergogna internazionale che abbiamo denunciato più volte e che doveva terminare".

Proliferazione di armi e Trattati internazionali

"Forti" e pienamente "condivisibili" - commenta ancora Francesco Rocca - sono le parole del Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2019 -  in cui  si legge che l’escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia. " Purtroppo in Yemen il fallimento su entrambi i fronti è stato totale". Rocca ricorda quanto importante sia per un buona politica - sempre citando le parole del Pontefice - "il rispetto delle regole comunitarie specie dei Trattati". Da qui l'appello agli Stati e in particolare al governo italiano alla luce delle esportazioni contestate di armi destinate allo Yemen, che coinvolgono una fabbrica sarda. " Urge dare un segno di discontinuità; mi auguro – afferma Rocca – che l’Italia voglia dar prova di valori etici alti.  Non si può assumere un impegno solenne come la firma del Trattato sul commercio delle armi e poi disattenderlo nella pratica, perchè dietro quelle armi ci sono vite umane e diritti violati".

 

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19 dicembre 2018, 11:04