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Terremoto a nord di Catania: crolli nei paesi, danni alle chiese

Don Arturo Grasso: "Se tutto ciò fosse accaduto nella notte di Natale, quando la gente era riunita nelle case oppure era in chiesa, non avremmo parlato solo di danni alle cose"

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Questa notte alle 3:19, una scossa di magnitudo 4.8 alle pendici dell'Etna, ha colpito la provincia a nord di Catania. L'ipocentro è stato individuato a un chilometro di profondità. Si contano dieci feriti lievi. Nei paesi sono numerosi i danni, alle case e alle chiese. Pennisi è la località più colpita: il campanile della chiesa di Maria Santissima del Carmelo è crollato sulla casa canonica, da cui il parroco è riuscito a scappare.

La dinamica

Uno sciame sismico iniziato verso mezzanotte ha preceduto la scossa di questa mattina. Secondo il direttore dell'Ingv di Catania, Eugenio Privitera- riporta l'ANSA -, questa sismicità "non lascia tranquilli", perché ricorda "quella dell'ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea, è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove è pericolosa". 
Le persone che già avevano vissuto momenti di preoccupazione per le scosse e l'eruzione dell'Etna lunedì scorso, sono provate e i danni sono ingenti, ci ha riferito in un'intervista don Arturo Grasso, direttore dell'Ufficio pastorale delle comunicazioni sociali della Diocesi di Acireale.

Ascolta l'intervista a don Arturo Grasso

R. - La chiesa di Maria Santissima del Carmelo che si trova a Pennisi, ha subito i danni maggiori. Il campanile è crollato sulla casa canonica e il parroco, fortunatamente è riuscito a scappare. I maggiori problemi sono stati rilevati in questa frazione di Acireale. Non solo le chiese ma anche tutto il paese, le case che si trovano nelle vie principali hanno subito dei danni, si dice che proprio qui passi la faglia del terremoto  e quindi sono inagibili. Anche la mia è inagibile.

D. - Quella chiesa era famosa anche perché c’era una statua importante, di Sant’Emidio ...
R. - Sì. Sant’Emidio è il protettore dai terremoti e la statua che si trovava di fuori è stata distrutta dal crollo del campanile. Si può dire che è un paradosso, no? Però possiamo dire che se tutto ciò fosse accaduto nella notte di Natale, quando la gente era riunita nelle case oppure era in chiesa, non avremmo parlato solo di danni alle cose ma anche di vittime. A casa mia ho trovato il pianoforte – e per spostare un pianoforte che ha un certo peso ce ne vuole – e gli armadi in mezzo alla casa.

D. - Come stanno le persone?
R. - Ho fatto un giro a Pennisi. Molte persone piangevano, perché i sacrifici di una vita sono sfumati in pochi secondi. Molti avevano passato la notte in macchina. Alcune case – come dicevo prima – sono state dichiarate inagibili e i vigili del fuoco non fanno entrare le persone nelle abitazioni. Ad alcune persone è stato vietato addirittura di andare a prendere le medicine che avevano in casa.

D. - Come diocesi, come state agendo in questo momento?
R. - Innanzi tutto non possiamo agire in maniera concreta e immediata. Però c’è il vescovo, mons. Raspanti, che gira per le varie chiese della diocesi dalle sei di questa mattina, per dare almeno un po’ di conforto ai parroci, ai fedeli e a tutti i cittadini.

D. - Mi diceva che in questo momento si sono attivati i vigili del fuoco …
R. - Vigili del fuoco, protezione civile e quanti possono dare una mano perché anche le strade, soprattutto a Pennisi sono interrotte in quanto molti muri perimetrali sono crollati in mezzo alla strada e i mezzi di soccorso non possono passare. Però, grazie a Dio, non è stato registrato nessun danno alle persone ma solo danni ingenti alle cose.

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26 dicembre 2018, 13:29