Il luogo dell'attentato a Strasburgo Il luogo dell'attentato a Strasburgo 

Strasburgo: attentato al mercatino di Natale

Attentato nel cuore di Strasburgo, vicino al più antico mercatino di Natale di Francia. Il primo bilancio è di 3 morti e 13 feriti tra cui molti gravi. L’assalitore è un 29enne noto ai servizi di intelligence per la radicalizzazione islamica

La prefettura ha corretto nuovamente il bilancio dell'attacco nel centro storico di Strasburgo, che ora è di tre morti e 13 feriti, nove dei quali sarebbero in gravi condizioni. Intanto la ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, ha fatto sapere che non sarà attivato lo stato d'emergenza in Francia. Belloubet ha detto questa mattina che la Francia è in grado di "reagire" dopo l'attacco anche senza "decretare lo stato d'emergenza", una misura eccezionale, che venne attivata, nella notte del Bataclan, il 13 novembre del 2015, restando in vigore per i due anni successivi, fino al 31 ottobre 2017.

Oggi consiglio ristretto della Difesa

Su Twitter il Presidente francese Macron ha chiesto la "solidarietà della nazione intera a Strasburgo, alle nostre vittime e alle famiglie" e, aprendo il consiglio dei ministri a Parigi, ha constatato che "la minaccia terroristica resta ancora oggi al centro della vita" del Paese. Il governo ha intanto alzato il livello di allerta al grado di "emergenza attentato", con il controllo rafforzato dei suoi confini.

Identificato l’autore dell’attacco

È stato ufficialmente identificato l'autore della sparatoria compiuta ieri sera, si tratta Cherif C., 29.enne francese di origini nordafricane. L’uomo è schedato dalla polizia francese come 'S' quindi a rischio estremismo islamico e conosciuto dalle forze dell'ordine anche per reati comuni. Il soggetto è conosciuto anche dalla polizia tedesca, che in queste ore ha reso noto che Cherif C. era stato in prigione in Germania nel 2016 e nel 2017 con accuse di furto. Testimoni di quanto accaduto ieri sera avrebbero sentito urlare all’attentatore "Allah Akbar", ha riferito stamani in conferenza stampa il procuratore di Paridi, Rémy Heitz.

Strasburgo è pattugliata da centinaia di agenti

Il prefetto del Basso Reno ha emesso un divieto di raduno e manifestazione in tutto il territorio di Strasburgo "fino a nuovo ordine", dopo l'attentato di ieri sera. La prefettura ha anche reso noto che le scuole resteranno aperte. In precedenza una decisione in tal senso non era stata ancora presa ed era sembrato che potessero rimanere chiuse. La città sarà pattugliata dalle forze dell'ordine: polizia nazionale, forze mobili e militari.

La testimonianza di un giovane presente alla sparatoria

"Ho visto un uomo con una pistola passare davanti a un gruppo di persone. Senza dire una parola, ha puntato l'arma verso uno di loro e ha aperto il fuoco. Non mi sembra che l'abbia colpita. Quindi ha diretto la sua arma contro un altro membro del gruppo e lo ha preso. Poi si è messo a correre verso piazza Gutenberg, mescolandosi alla folla. E' stato il panico". E' la testimonianza di un ragazzo di Strasburgo, raccolta dal quotidiano Dna (Dernieres nouvelles d'Alsace). Il giovane stava camminando in rue des Grandes-Arcades nel centro di Strasburgo, quando ieri c'è stato l'attentato.

Riaperto il Parlamento europeo

Il Parlamento europeo - che ha osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’attentato – in tarda serata è stato riaperto ed è stata permessa l'uscita dall'edificio delle persone che erano state bloccate al suo interno dopo la sparatoria.

Su quanto sta vivendo in queste ore Strasburgo, Andrea De Angelis di Radio Vaticana Italia ha raggiunto telefonicamente la collega dell'Osservatore Romano Fausta Speranza, che si trova nella città francese per una breve vacanza.

Ascolta l'intervista a Fausta Speranza

La polizia ha dunque precisato che chi ha agito ieri a Strasburgo figura tra i circa 19 mila schedati in Francia con la “fiche S”. Tra coloro che sono schedati con la “fiche S”, spiega Renzo Guolo, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Padova, avviene poi una sotto classificazione che indica l’indice di pericolosità. “Ciò che si vede negli ultimi anni - continua al microfono di Elvira Ragosta - è che quelli ritenuti più pericolosi sono stati arrestati o sono già espatriati e resta un grande bacino di simpatizzanti che teoricamente può attivarsi per motivi anche diversi o vicende personali”.

Ascolta l'intervista a Renzo Guolo

(Ultimo aggiornamento: mercoledì 12 dicembre 2018, ore 13:43)


 

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12 dicembre 2018, 07:18