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Migranti: incendio nella tendopoli di S.Ferdinando Migranti: incendio nella tendopoli di S.Ferdinando 

San Ferdinando. Caritas: “Ascoltiamo il grido dei poveri”

Dopo una giornata di tensioni è tornata la calma fra le baracche del piccolo paese in Calabria dove il primo dicembre è morto un gambiano di 18 anni. Appello del vescovo di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito a evitare queste morti

Giordano Contu – Città del Vaticano

È la seconda persona morta nel giro di un anno nella baraccopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, in Calabria. A ricordarlo, questa mattina, è stato il vescovo di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito. Suruwa Jaithe, gambiano, 18 anni non ancora compiuti, non viveva nella tendopoli. Ci andava ogni tanto per incontrare il fratello e un amico. È morto nella notte fra sabato e domenica a causa di un incendio. Il ragazzo aderiva a un progetto di accoglienza dello Sprar di Gioiosa Jonica.

Gli Sprar ridimensionati

”In questi giorni – ha dichiarato don Antonio Pangallo, referente di Caritas per la Calabria – ci ritroviamo nei nostri centri di ascolto tante mamme con minori che sono senza nessun riferimento, senza nessuna protezione”. Con il ridimensionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) ci sarà “tanta gente che si ritroverà in mezzo a una strada con il rischio che diventi preda dalla malavita organizzata. Sarà ancor più sfruttata, sarà gente anonima”

Il Papa e i poveri

Questo povero grida e il Signore lo ascolta (Sal 34,7). Sono le parole utilizzate dal Papa Francesco lo scorso novembre in occasione della Giornata mondiale dei poveri. “Ma il povero migrante che grida in questo momento da chi è ascoltato, nel momento in cui prevalgono altre grida che sono quelle di rabbia, violenza e chiusura?”, si chiede Pangallo. Il fenomeno migratorio non può diventare sinonimo di insicurezza. La migrazione non è un problema. È una sfida che ci invita a costruire un mondo nuovo e aperto”. Un mondo fondato sulla autentica carità come invita a fare il Santo Padre.

Ascolta l’intervista ad Antonio Pangallo

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03 dicembre 2018, 13:35