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Manifestazione a Managua contro arresto del direttore della Tv d'opposizione Manifestazione a Managua contro arresto del direttore della Tv d'opposizione 

Nicaragua: card. Brenes prega per direttore Tv d'opposizione, arrestato

Il porporato sta pregando per Miguel Mora direttore della Tv di opposizione “100% Noticias”, chiusa dalle autorità. Mora è stato arrestato sotto l’accusa di istigazione al terrorismo. La Chiesa preoccupata per la repressione contro la stampa libera

Vivere un Natale in famiglia e in austerità perché "questi tempi sono pesanti": questo il messaggio del card. Leopold Brenes, arcivescovo di Managua, lanciato ieri nella IV domenica di Avvento. Il porporato ha detto che sta pregando per Miguel Mora direttore della tv di opposizione '100% Noticias, chiusa dalle autorità. Mora è stato arrestato sotto l’accusa di istigazione al terrorismo. Brenes ha ribadito che i vescovi non hanno avuto alcuna comunicazione dal governo Ortega per una possibile ripresa del dialogo nazionale, ma spera che molto presto ci sarà una soluzione pacifica a questa situazione che ogni giorno diventa sempre più tesa.

Con la violenza e la repressione si rischia la guerra civile

Mons. Silvio José Báez, vescovo ausiliare di Managua, intervistato dai giornalisti ha definito molto preoccupante la repressione della libertà di espressione. E su twitter ha scritto: “Un forte appello all'azione in Nicaragua. Il regime di Ortega scommette che la stagione delle vacanze e le priorità nazionali impediranno al mondo di rendersi conto di tutta la sua barbarie”. Il vescovo della diocesi di Estelí e segretario della Conferenza episcopale del Nicaragua, mons. Abelardo Mata, ha chiesto che la Carta Democratica sia applicata al governo del Nicaragua all'interno dell'Organizzazione degli Stati Americani. Secondo Mata, Daniel Ortega ha creato tutte le condizioni di violenza e repressione per spingere il Paese in una guerra civile con l'obiettivo di promuovere "odio e vendetta tra i nicaraguensi".

La repressione contro la stampa libera

Dopo il raid dei giorni scorsi nella redazione di “Confidencial”, venerdì notte le forze speciali erano intervenute nella redazione del canale televisivo “100% Noticias”, arrestando il direttore e proprietario Miguel Mora, la moglie Veronica Chavez, rilasciata dopo alcune ore, e la capo ufficio stampa Lucia Pineda Ubau. Contemporaneamente l’Istituto nicaraguense per le Telecomunicazioni e le poste (Telcor) ha ritirato al canale l’autorizzazione alle trasmissioni. Il segretario esecutivo della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), Paulo Abrao, ha twittato: “Va avanti il grave cammino autoritario contro le libertà pubbliche in Nicaragua”.

Una violenza organizzata e pianificata dal governo Ortega

Proprio nella sede della Cidh, a Washington, si è tenuta ieri la conferenza stampa del Giei (Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti) espulso dal Paese tre giorni fa dal Governo di Managua, che ha così interrotto l’esperienza del Meseni (Meccanismo speciale di osservazione della situazione in Nicaragua). Secondo il Cidh il presidente nicaraguense Daniel Ortega dovrebbe essere indagato per le sue dirette responsabilità sulla repressione violenta, le uccisioni e i ferimenti di questi ultimi mesi. In particolare, almeno 109 persone sono morte tra il 18 aprile e il 30 maggio e nello stesso periodo ci sono stati 1.400 feriti, dei quali almeno 599 per colpi di armi da fuoco, e 690 arresti. Cifre che fanno dire all’organizzazione che la violenza da parte dello Stato non si è concretizzata in gesti isolati, ma è stata organizzata e pianificata.
 

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24 dicembre 2018, 11:10